Un problema alla vela sarebbe stato la causa della caduta su monte Maganoce, che stava sorvolando insieme a degli amici per arrivare fino al lago di Piana degli Albanesi. Il nome della vittima è Giuseppe Di Stefano. Per recuperare il corpo è dovuto intervenire il soccorso alpino: «Incidente forse causato da correnti»
Bolognetta, 55enne etneo muore col parapendio «Pilota espertissimo». Fatale problema alla vela
Muore durante un lancio col parapendio. È successo alle 14 nella zona di Bolognetta, nel Palermitano. La vittima è Giuseppe Di Stefano, 55enne catanese residente a Mascalucia. Un problema avuto nel guidare la vela che lo teneva in quota sarebbe stato all’origine dell’incidente che ha portato l’uomo a precipitare sulle rocce sottostanti monte Maganoce. «C’erano forti correnti in quel tratto, che potrebbero averlo spinto contro la parte», spiegano dal soccorso alpino.
«Era un pilota espertissimo, che aveva grande dimestichezza del mezzo su cui volava», dicono all’accademia siciliana di Volo libero, con sede a Palermo. Di Stefano pare frequentasse spesso la zona di lancio dalla quale era partito anche questo pomeriggio. «Lo conoscevamo bene, e adesso siamo concentrati a capire cosa è successo», conclude al telefono un referente dell’accademia.
L’uomo era in volo, insieme ad alcuni amici, diretto al lago di Piana degli Albanesi, da dove avrebbe dovuto invertire la rotta per tornare alla base di partenza. Il tragitto si è però interrotto tragicamente. Sul luogo dell’impatto sono accorsi vigili del fuoco, carabinieri e personale del 118. Ma per eseguire il recupero del corpo, considerata la zona impervia in cui si trovava, è dovuta intervenire una squadra del Soccorso alpino e speleologico siciliano (Sass) della stazione Palermo-Madonie.
«Quando siamo arrivati l’uomo era già morto – dice il delegato del Saas Leonardo Lapica – Lo abbiamo recuperato e portato sulla strada». Da dove è poi è stato trasferito nel carro funebre e scortato dai carabinieri in obitorio, per gli esami strumentali. La morte, secondo le prime ipotesi, sarebbe avvenuta all’impatto con la parete del monte, alto circa 800 metri. «Poi è precipitato sulle rocce sottostanti – aggiunge Lapica – dove lo abbiamo rinvenuto».
L’incidente sarebbe stato causato della chiusura della vela. «Nella zona erano state ravvisate alcune correnti pericolose – continua Lapica, che è intervenuto sul posto – Alcuni suoi amici sarebbero riusciti a evitarle, deviando lontano dalla parete». Mentre Di Stefano si sarebbe trovano nella direzione sbagliata e questo «potrebbe avere determinato il problema che ha fatto perdere quota e controllo», continua.
Per l’uomo non c’è stato niente da fare. «Nonostante il mezzo avesse in dotazione tutti i dispositivi di sicurezza e lui indossasse il caschetto», spiega il delegato del Sass. I carabinieri hanno sequestrato l’attrezzatura per svolgere le indagini. Sul posto, al momento del recupero, erano presenti gli amici con i quali Di Stefano era in volo, circa una decina. L’ultimo incidente col parapendio avvenuto in zona era accaduto diversi anni fa, a San Vito lo Capo, «ma era costato solo quale ferita», conclude Lapica.