Tribunale di Napoli. Durante un'udienza contro un cittadino albanese è stata rigettata la perizia fonica dell'ingegnere la cui consulenza è alla base delle accuse a carico di Alberto Fichera, arrestato (e poi liberato) per aver falsato una perizia a vantaggio di due boss del clan dei Casalesi. Domani i difensori del prof presenteranno la richiesta di incidente probatorio volta ad accertarne l'innocenza
Ultim’ora: Colpo di scena nel ‘caso Fichera’
Secondo i suoi legali, potrebbe finire presto l’incubo del professor Alberto Fichera (ingegnere, ordinario di Fisica tecnica nella Facoltà di Ingegneria di Catania, tra i fondatori del movimento antimafia catanese Cittainsieme) accusato di aver falsato una perizia fonica per scagionare due camorristi, Aniello Bidognetti e Vincenzo Tammaro, appartenenti al clan dei Casalesi e dichiaratosi sempre innocente.
La ‘bomba’ è scoppiata con clamore al Tribunale di Napoli, dove ieri, durante un’udienza a carico di un cittadino albanese, è stato evidenziato come la perizia fonica sull’imputato presentava valori perfettamente coincidenti con quelli attribuiti a un boss dei Casalesi in altra consulenza cui aveva partecipato lo stesso professionista (Roberto Porto), su incarico dalla Dda di Napoli. Proprio quell’altra consulenza aveva portato nel luglio dello scorso anno alla denuncia per il vicequestore Alessandro Berretta e all’arresto del professore universitario catanese Alberto Fichera.
A evidenziare in aula l’incongruenza della prova – che ha portato la difesa dell’imputato albanese e il pm Nunzio Fragliasso a richiedere la trasmissione degli atti alla Procura della Repubblica per procedere contro l’ingegner Porto – è stato uno dei legali del prof. Fichera, l’avvocato Giovanni Avila.
“La perizia fonica – ha spiegato l’avvocato Avila – si basa sulla comparazione tra un saggio fonico e le intercettazioni. La voce costituisce una sorta di impronta di un individuo. Non esistono al mondo due voci identiche così come non esistono due impronte digitali perfettamente uguali. E’ successo che l’ingegner Porto, il perito incaricato dal Tribunale di Napoli di comparare il saggio fonico dell’albanese con le intercettazioni e di verificare, su incarico della Dda, la perizia redatta dal prof. Fichera e dal dott. Berretta, rianalizzando la voce del boss Vincenzo Tammaro, ha indicato in tutte due le perizie gli stessi identici valori numerici. Sarebbe come dire che i due soggetti (l’albanese e il defunto Tammaro) condividono lo stesso dna: dunque una perizia giudicata, anche dal pm della Dda di Napoli presente in udienza, inattendibile per le gravissime anomalie emerse”.
Alla luce di quanto accertato, l’accusa nei confronti del cittadino albanese è vacillata, tanto che il Tribunale ne ha disposto la scarcerazione. Ovviamente, quanto accertato ha immediate ripercussione anche sul quadro probatorio relativo alla posizione del prof. Fichera. Domani stesso sarà depositata la richiesta di incidente probatorio volta ad accertare l’innocenza del prof. Fichera. Le accuse a suo carico, infatti, trovavano alimento proprio nella consulenza dell’ing. Porto.
L’avvocato Giovanni Avila, che difende il prof. Alberto Fichera insieme con l’avv. Pietro Nicola Granata del foro di Catania e l’avv. Bruno Von Arx del foro di Napoli, ha convocato per stamattina, alle ore 11.30 una conferenza stampa nel suo studio legale, in via Padova 97.