Cosa resta dell’ufficio di Bruxelles della Regione Siciliana: la solitudine dell’unico dipendente e il piano di rilancio

L’ennesima vicenda paradossale della politica siciliana va in scena al quarto piano del civico 12 di Rue de Belliard a Bruxelles, in Belgio. È lì che in un palazzone grigio ha sede la Regione, in quello che è ormai da decenni noto come il famigerato ufficio di Bruxelles. Una storia lunga e travagliata quella della struttura, che la Regione ha in affitto, che dovrebbe servire per seguire da vicino i lavori della commissione europea, e confrontarsi con gli stakeholders internazionali per promuovere la Sicilia, ma che nel tempo ha soltanto alimentato polemiche e creato scandali.

In principio fu Raffaele Lombardo. L’ex governatore autonomista – all’inizio – aveva grandi progetti per l’ufficio di Bruxelles, che nel frattempo era diventato un parcheggio privilegiato per una colirita varietà di consulenti, addetti stampa e stipendiati dai cognomi piuttosto noti in Sicilia. Un’abitudine che alla fine ha contagiato lo stesso Lombardo, finito nell’occhio del ciclone per avere spedito in Belgio la figlia di Gesualdo Campo, allora dirigente generale della Regione. Una polemica che infastidì il leader dell’Mpa a tal punto da dare il via a una vera e propria smobilitazione dell’ufficio, in cui rimasero soltanto due dipendenti di palazzo d’Orleans.

Discorso diverso per Rosario Crocetta, che nelle stanze di Rue de Belliard vedeva un baluardo imprescindibile per essere nel vivo dell’azione politica che poi finisce con l’avere una sensibile ricaduta sul destino della Regione. L’ufficio trova così nuove forze, ma anche nuove polemiche: il governatore gelese pretese di spedire in Belgio stavolta non un parente di un personaggio della sua cerchia, ma un’auto blu blindata con tanto di autista. Parcheggiata, ferma, immobile, in attesa del presidente, che pare andasse un paio di volte al mese. Troppo pochi, forse, per giustificare una spesa annua oltremodo cospicua.

Nello Musumeci invece, l’ufficio di Bruxelles voleva chiuderlo del tutto. non ci è riuscito, ma ha infranto ogni record di depotenziamento, con un solo dipendente che ogni giorno si occupa di areare i locali e sbrigare non si sa di preciso quali pratiche. E con Renato Schifani la musica sembrava essere la stessa, visto il poco interesse espresso in questo senso dal governo regionale. Interesse che è stato tuttavia rinnovato dal parlamento siciliano, con la proposta della commissione Esame delle attività dell’Unione europea di risvegliare la struttura siculo-belga.

«Abbiamo fatto una risoluzione di commissione per potenziare l’ufficio – spiega a MeridioNews Luigi Sunseri, presidente della commissione e deputato del Movimento 5 stelle – Ci proponiamo di fare tra fine settembre e inizio ottobre una seduta di commissione per aggiornarci sullo stato di avanzamento dei lavori, ma ancora non abbiamo avuto l’autorizzazione del presidente». Secondo Sunseri, l’importanza strategica dell’ufficio di Bruxelles è capitale, ma a patto che funzioni. «Se fosse alla stregua di quelli di Emilia Romagna, Toscana, Lombardia – continua – sarebbe veramente un’arma in più della Regione. Così com’è, abbandonato con una sola persona, meglio chiuderlo. Solo l’immobile tra luce, gas, affitto, credo che costi alla Regione circa 40mila euro all’anno, una cifra da poco se paragonata al bilancio di una regione, ma questo non vuol dire che non si possa fare meglio».

Il nodo sta anche nel trovare dirigenti professionalmente qualificati e che conoscano le lingue e le istituzioni europee. E su questo piano la Regione non offre esattamente l’imbarazzo della scelta. Giusto per fare un paragone, la Regione Lombardia continua a investire sulla propria delegazione in Belgio, tanto che ora l’ufficio regionale ospita anche Casa Lombardia «dove hanno sede le rappresentanze numerosi di enti, organizzazioni e università lombarde», come si legge sul loro sito dedicato. «Stiamo dando il beneficio del tempo – conclude Sunseri – Ma le intenzioni di rivalutare l’ufficio ci sono tutte».


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