Ueickap: uno ‘stereotipo’ fuori dagli schemi

Li abbiamo incontrati di recente, poco prima del loro live in uno dei pub del centro, in vista dell’uscita del loro secondo album dal titolo “Stereotyped” in vendita dal 13 gennaio in tutta Italia. In anteprima, durante la serata, è stato anche trasmesso il video del singolo “Sometimes”. L’urgentissimo e doveroso soundcheck li attendeva, ma noi li abbiamo “catturati” per una chiaccherata.

Prima domanda “di rito”: come mai il nome “Ueickap”? Musicalmente a primo impatto cosa significa e com’è stato per voi questo “risveglio”?

Irene: La parola “WAKE UP” suonava bene per il nostro gusto, è una parola facile da ricordare ed esprime al meglio quello che vogliamo comunicare con la nostra musica: SVEGLIA! in tutti i sensi, non solo “alzatevi dal letto e venite a vederci”. L’abbiamo italianizzata per ovvi motivi di appartenenza nazionale. Per noi il “risveglio” è stato quello di aprire gli occhi e (speriamo) farli aprire a tutti coloro che fanno un uso passivo della musica e non guardano oltre i soliti programmi radiofonici e televisivi dove la musica è diventata “o questo o niente” e tutti seguono questi schemi.

 

Domanda “comica” ma istintiva: chi tra di voi si alza più tardi la mattina e chi invece è più mattiniero?

Irene: Per quanto riguarda le nostre sveglie, Cisko è quello che solitamente è più mattiniero. Quando lavora la sua sveglia è alle 6.00 del mattino, ma ora che come lavoro fa il cassaintegrato se la sta godendo tutta! Poi naturalmente le nostre sveglie sono puntate in base agli impegni che abbiamo, tutti noi conduciamo una vita parallela fatta di lavoro e di studio. Davide sta per laurearsi in scienze biologiche…anche se è da due anni che dice così!

Graziano: Però siamo tutti studenti a tradimento, non siamo studenti modello!

 

Quando e come avete iniziato la vostra avventura?

Marco: Siamo tutti reduci da cover band e precisamente io e Davide ci conoscevamo da diverso tempo. Per i soliti problemi tra musicisti, di gente che non può suonare più, cercavamo un’altra cantante e abbiamo trovato Irene e poi è stata tutta una successione. Avevamo bisogno di un batterista, Francesco ci aveva visto suonare e abbiamo chiamato lui. Poi Graziano, chitarrista, che già conoscevamo. Così si sono formati i Ueickap.

Cisko: Siccome ci siamo trovati da subito benissimo insieme, abbiamo cominciato a pensare a preparare un progetto un po’ più importante e abbiamo abbandonato l’idea di cover band, tranne nel primo periodo per racimolare qualche soldo (che fa sempre comodo!). In seguito abbiamo cominciato a lavorare seriamente a questo progetto, da subito con il primo album “The Picture of Mr Armchair” che nasce come esperimento di questa intenzione che avevamo.

Graziano: Abbiamo cominciato a sperimentare con i suoni che poteva contenere, a mischiare i generi che ci piacevano e vedere cosa ne usciva. Da lì abbiamo iniziato a crederci seriamente.

 

Qual è il vostro genere? Rock, metal…

Irene: Il nostro genere è meglio definirlo crossover perché ognuno di noi ha influenze diverse…noi ascoltiamo di tutto a parte musica disco, reggae, canta Napoli….!!! – aggiunge Graziano -. I nostri generi musicali – continua Ciskovanno dai Dream Theater ai Rammstein, agli Skunk Anansie, dai Muse ai Korn. Abbiamo anche conosciuto i Subsonica durante l’incontro ai Benedettini e siamo diventati amici…

 

Al giorno d’oggi i media contribuiscono al proliferare di tante omologazioni, diventate ormai luoghi comuni, di una cultura sempre più globalizzata e resa uguale per tutti. Perché avete scelto “Stereotyped” come titolo del vostro album? Cosa rappresenta per voi lo “stereotipo” per eccellenza?

Irene: Come abbiamo detto prima, per noi lo stereotipo per eccellenza è diventato il giovane ascoltatore medio che crea il suo stile di vita in base a quello che mandano in tv.

 

Dove è stato registrato e prodotto il cd? Chi ha avuto l’idea della copertina?

Cisko: Il cd è autoprodotto come produzione esecutiva, mentre come produzione artistica è prodotto da Graziano Manuele, ed è stato registrato nel nostro studio che ci siamo costruiti apposta qui a Catania…per la precisione nella stanza di Marco! Abbiamo “sfrattato” Marco e abbiamo creato lo studio.

Graziano: …Ora c’è la tendenza del ritorno al “made in home”.

Cisko continua: L’idea principale della copertina è stata eseguita da Giuseppe Sirchia (definito il sesto membro dei Ueickap). Poi abbiamo curato e rifinito alcuni piccoli particolari insieme che rispecchiavano l’idea che volevamo dare. Peppe si occupa anche della costruzione del sito che nelle prossime settimane sarà pronto.

 

Come avete lavorato al video del singolo “Sometimes”?

Cisko: Per il video, che manderemo in anteprima questa sera, ci siamo affidati a Sebastiano Greco. Per il montaggio abbiamo lavorato insieme a lui sia per concepirlo che per realizzarlo. Preferiamo curare sempre tutto noi, dalla musica, ai manifesti, al video.

Irene: Diciamo che siamo fastidiosamente perfezionisti e, per ora che possiamo permettercelo, facciamo tutto noi!

Graziano: Per tutto ciò che riguarda noi, ci piace avere “le mani in pasta”.

 

I testi sono scritti principalmente da Irene. Cosa pensi quando scrivi un testo? Lo scrivi di getto o è più “meditato”? E’ totalmente o solo in parte autobiografico?

Alcuni testi sono venuti fuori da soli – “Stereotype” e “Thank you for nothing” -, forse perchè affrontano temi che mi stanno più a cuore e che penso valga la pena di urlare, ma non rendo pubblico tutto ciò che mi passa per la testa altrimenti arriverei anche a parlare di porci che saltano e via dicendo! Altri sono più studiati – “Everyday torn” e “My condition” – nati a volte da una filastrocca banale che mi veniva in mente e che poi prendeva forma e soprattutto contenuto. Di autobiografico non c’è molto, ovviamente gli stati d’animo in cui mi trovo quando scrivo mi appartengono e sono frutto di esperienze passate.

 

Qual è la canzone a cui sei legata maggiormente, che rappresenta una situazione o uno stato d’animo particolare?

E’ difficile dire a quale pezzo sono più legata ma sicuramente “Stereotype” e “You Against Yourself” sono quasi delle liberazioni del mio io… non molto felici, ma reali.

 

Pensi di scrivere canzoni anche in italiano?

Ho gia scritto in italiano, e un pezzo lo abbiamo inserito nel promo cd “The picture of Mr. Armchair”. Il titolo era un pò sarcastico: “Eccetto Autorizzati”. In “Stereotyped” l’abbiamo tradotto nella versione inglese “T.O.Y.” che in quanto a contenuto è pressochè identico anche se ovviamente le parole sono state cambiate e non semplicemente tradotte. Personalmente non credo che l’italiano si presti al nostro genere di musica. E’ per questo che preferisco scrivere in inglese e sinceramente mi piace anche di più sotto il punto di vista della pronuncia nel canto.

 

Da studentessa di lettere, o meglio di scienze della comunicazione, che valore ha per te la comunicazione e a quale genere, in campo letterario o anche cinematografico, paragoneresti la vostra musica e i tuoi testi?

Sinceramente non mi permetterei di paragonare i miei testi ad un uno scrittore o poeta, neanche contemporaneo, non credo di essere all’altezza. Ma se la nostra musica fosse un film, sarebbe di certo un film d’impatto, di quelli che esci dal cinema e devi aspettare qualche ora prima di ristabilire il contatto con la realtà (non mi vengono esempi, ce ne sono troppi). La comunicazione è tutto, è un mezzo importante che se usato in maniera impropria può creare anche dei danni.

 

Quali sono i vostri progetti per adesso, state organizzando concerti per promuovere il vostro album?

Cisko: Con questo secondo album già abbiamo ottenuto dei risultati che per un gruppo avviato solo da due anni sono veramente ottimi. Abbiamo la distribuzione con la maggior casa distributrice italiana che è la Risingworks di Frank Andiver, ex batterista dei Labirinth. Nel mese di febbraio il cd uscirà anche in Messico e siamo in trattativa anche con Inghilterra e Germania. Nel frattempo stiamo aspettando per definire alcune date al Cencio’s di Prato e alcune date a Milano. Questo dipende dalla programmazione dei locali, che a volte va anche da due mesi a due mesi.

 

Quindi più che restare in Italia, preferite andare all’estero…

Cisko: Noi speriamo questo, anche perché il nostro genere in Italia non va molto, e quindi puntiamo molto più sull’Europa dove il nostro genere è ascoltato più come il pop in Italia. Il termine di paragone può essere questo. Carlo Bellotti della nostra agenzia, la Alkemist Fanatix, sta sbrigando le pratiche burocratiche per fare uscire il cd anche in altri paesi, è solo una questione di tempo. Già il fatto che sia uscito in Italia per noi è una cosa molto importante, poi per la più grossa casa distributrice è ancora più bello.

 

Inizialmente avete avuto difficoltà ad emergere qui proprio nella nostra città?

Cisko: In Sicilia è molto difficile per un gruppo musicale emergere, perché comunque a Catania puoi anche suonare gratis, ti diverti e va bene. Ma quando ti vuoi spostare fuori Catania per farti conoscere, i locali purtroppo non dispongono di budget che ti permettono di poterci vivere, di poterlo fare come un lavoro vero e proprio. Spesso e volentieri ci siamo andati anche sotto. L’impegno e la testardaggine di ognuno di noi ha fatto si che, anche con una serata al mese, tutti quei soldi sono stati messi da parte per dedicarli al progetto. Alla fine tutto quello che abbiamo fatto è autoprodotto, autofinanziato dai due cd, alla promozione, al videoclip di “Sometimes”. Tutto fatto con budget limitatissimi, a volte anche nulli, però con nottate insonni a lavorarci per cercare di raggiungere sempre la perfezione e curare ogni minimo errore, ci stiamo riuscendo pian piano. Speriamo che vada sempre così!

 

L’anno scorso avete avuto l’opportunità di aprire il concerto dei Linea77 al Geco di Floridia (SR). Che esperienza è stata per voi? Siete rimasti in contatto, vi sentite con loro? Cosa pensate della loro musica? Per voi quali gruppi italiani fanno davvero buona musica?

Marco: L’esperienza del concerto dei Linea77 è stata una tra le più importanti: prima di tutto, perchè abbiamo avuto l’onore di conoscere questo fantastico gruppo che finalmente sta sfondando anche in Italia; secondo motivo è aver “testato” alcuni dei nostri brani con un ottimo risultato. Sinceramente non ci aspettavamo che il pubblico reagisse positivamente (di solito i gruppi spalla subiscono l’indifferenza o anche peggio da parte di fan scatenati che aspettano il loro gruppo).

Siamo rimasti in contatto con loro, hanno ricevuto tempo fa anche loro il nostro “Stereotyped”. Penso di parlare a nome di tutti i Ueickap quando dico che in Italia ci sono davvero tante realtà più o meno messe in vista ma tra tutte i Subsonica, Lacuna Coil e Linea77 restano le band che fanno buona musica.

 

Avete pensato di partecipare a qualche festival come Arezzo Wave?

Cisko: Il 10 ottobre abbiamo partecipato al festival rock contro la droga che si è tenuto a Gela ed è stato organizzato dalla provincia. C’erano ospiti gli Sugarfree e abbiamo vinto il premio come miglior band per la new editing e miglior performance band. Anche quella è stata una grossa soddisfazione. Nel frattempo stiamo mandando il materiale per la selezione del primo maggio. Ad Arezzo Wave veramente non ci abbiamo pensato, non so per quale motivo…

Finora abbiamo avuto la testa parecchio impegnata per quanto riguarda la produzione del video e la promozione del cd, quindi i concorsi li abbiamo un po’ abbandonati anche perché, ad essere sinceri, non ci abbiamo creduto più di tanto. In Italia ci sono i concorsi seri, ma la maggior parte sono…

 

In ordine da s. verso d.:

Francesco d’Aleo alias Cisko (batteria), Graziano Manuele (chitarra),

Irene Fraccavento (voce), Marco Garro (tastiere), Davide Santo (basso)

 

Official site:

www.ueickap.it


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