Si parla di mobilità sostenibile a Catania in un convegno organizzato da Comune e Università. Ne emerge che la nostra città è ancora indietro. E che il benzene, nel centro urbano, rappresenta un pericolo serio. Temi importanti, ma molte sedie vuote
Tutti a piedi? No, però
“Dovrà essere predisposto un piano per gli spostamenti da casa al posto di lavoro per scoraggiare l’uso di mezzi privati”. Questa una delle tante proposte interessanti suggerite dall’ingegnere Filippa Ardonetto, coordinatrice del Mobility Management d’Area del comune di Catania, che, durante la conferenza “Mobilità sostenibile: istruzioni per l’uso”, ha più volte definito “scellerate” le abitudini dei catanesi e dei siciliani.
L’iniziativa, organizzata dall’Assessorato alla mobilità e dall’Università di Catania e patrocinata dall’UNESCO, si è tenuta venerdì scorso ed ha previsto tre eventi di notevole interesse per l’intera comunità: una conferenza presso l’Aula Magna del Rettorato, un’iniziativa “di piazza” dove sono state messe a disposizione delle biciclette a pedalata assistita e un workshop dedicato alle aziende private e pubbliche che dovrebbero risolvere i problemi di mobilità di numerosi dipendenti.
Il tema della mobilità per molti anni, come si è sottolineato in numerosi interventi, è stato trascurato dalla classe dirigente e solo di recente è stato affrontato in modo serio e costruttivo. Tanti, a tal proposito, sono i progetti per cui si sta lavorando, come, per citarne alcuni, l’acquisto di bus a consumi ridotti, il bike sharing, contributi di 250 euro ai cittadini per l’acquisto di biciclette e di 14 euro mensili per gli abbonamenti AMT, educazione ambientale nelle scuole, eccetera.
La proposta discussa anche durante il workshop pomeridiano è stata quella di attuare dei piani per lo spostamento da casa al luogo di lavoro per i dipendenti delle aziende riducendo così l’uso di autovetture private. Nonostante le proposte molto utili per la comunità, all’iniziativa, soprattutto all’incontro pomeridiano, hanno partecipato in pochi, come sottolineato da Filippa Adornetto, delusa dalle tante sedie vuote viste durante la riunione.
Il servizio, utilissimo per lo spostamento da casa al posto di lavoro senza ricorrere all’autovettura, è già stato avviato per tutti i dipendenti e gli studenti universitari dal MOMACT (Mobility Management d’Ateneo), presieduto dalla prof.ssa Annalisa Greco, presente all’incontro. È il cosiddetto “PIPER” (piano personalizzato casa-università). Per avere un piano personalizzato basta richiederlo via e-mail all’indirizzo momact@unict.it o telefonando al numero 095 7307820.
Molto preoccupato è stato l’intervento del prof. Salvatore Sciacca, docente di Igiene ambientale: “È pericolosissimo ciò che viene quotidianamente emesso dalle autovetture”. Si è visto, al seguito di accurate analisi, che l’aria respirata ogni giorno nella città di Catania ha maggiori concentrazioni di benzene di quella respirata nella zona industriale catanese. “Il benzene – ha precisato il professore – è una sostanza tanto nociva alla salute che il numero di casi di leucemia aumenta di tre unità su cento abitanti ad ogni microgrammo di tale sostanza nell’aria. La legge impone un massimo di 5 microgrammi. Ci sono alcune zone di Catania dove la concentrazione raggiunge e supera i 15 microgrammi”. Riguardo ad una eventuale “redenzione” da parte degli abitanti catanesi il prof. Sciacca si è dimostrato pessimista e con una battuta amara ha lasciato trasparire la sua disillusione: “Probabilmente le mie nipotine riusciranno a vivere in una città diversa”.
Oltre ad una sostenibilità ambientale, ha affermato il prof. Matteo Ignaccolo, esperto trasportista, è necessaria una sostenibilità economica ed una sostenibilità sociale. Per sostenibilità sociale si intende la presa di coscienza che la popolazione deve finalmente avere, riguardo all’usurpazione gratuita ed inaccettabile di tanta parte delle nostre piazze e delle nostre vie più belle, strappate ai cittadini da traffico, parcheggi, autovetture rumorose e maleodoranti.
Dura la polemica del presidente dell’AMT (Azienda Municipale Trasporti) di Catania, Roberto Sanfilippo: “La classe dirigente precedente ha incentivato, non si sa bene per quali leciti o illeciti interessi economici, i trasporti su gomma sfavorendo quelli su ferro, più economici e rispettosi dell’ambiente, o in alcuni casi, come è successo a Catania, smantellando del tutto le linee tramviarie cittadine, patrimonio di tutti gli abitanti”.
Secondo l’assessore comunale alla mobilità, Alberto Pasqua, per poter applicare la mobilità sostenibile è necessario uno sforzo finanziario da parte del Comune che non ha abbastanza soldi per tali progetti. “Ci vogliono amministratori non miopi, risorse finanziarie ed una cultura diversa”, ha continuato l’assessore.
Per Alessandro Caniglia, giovane rappresentante del “Movimento 5 stelle” nonché coordinatore del gruppo “Piste ciclabili”, non è assolutamente necessario sborsare cifre esorbitanti per attuare certe misure di salvaguardia ambientale e sociale come l’apertura di piste ciclabili accessibili e “zone 30” dove è possibile usare la bicicletta in sicurezza.
Tutti d’accordo sull’esigenza fondamentale di cambiare la cultura della collettività, una cultura che privilegia l’uso di mezzi propri e disprezza quelli pubblici. È necessaria una “rivoluzione copernicana”, un cambiamento nella società affinché anche a Catania possano tacere la baraonda e il caos stradale e affinché anche a Catania i cittadini possano riappropriarsi di spazi che appartengono a tutti e, invece, vengono quotidianamente invasi ed intasati dal traffico.