L'idea degli itinerari relazionali e sociali passa dalla concezione che la città venga narrata al turista anche attraverso il coinvolgimento delle comunità dei quartieri. Rosy Ceruso (Terradamare): «Oltre agli stranieri ci sono anche tanti italiani che si interessano ai nostri tour, e una buona fetta di pubblico è costituita da palermitani»
Turismo, le visite guidate da mercatari e migranti «Sfida è raccontare il territorio in modo differente»
Una narrazione di Palermo che passa attraverso il racconto dei migranti che vivono nei quartieri e di chi lavora nei mercati storici, è questa la nuova frontiera del turismo che si sta affermando a Palermo grazie ai ragazzi della cooperativa Terradamare. Un nuovo approccio all’offerta dei servizi al turista che è valso il premio assegnato da Federculture, che ha riconosciuto il valore degli itinerari relazionali e sociali ideati dai quattro soci, Marco Sorrentino, Eleonora Lo Iacono, Rosalia Ceruso e Francesco Carollo, che si definiscono una ‘comunità turistica’. «Terradamare è nata cinque anni fa – racconta Rosalia Ceruso – a luglio abbiamo festeggiato il nostro quinto compleanno. In particolare ci occupiamo della fruizione di beni monumentali, della realizzazione di eventi culturali, di organizzare visite guidate e studiare e rendere disponibili itinerari. Abbiamo in gestione la Torre di San Nicolò, il complesso monumentale di Santa Chiara, Palazzo Asmundo, Chiesa del Carmine Maggiore e la Camera delle Meraviglie».
L’idea degli itinerari relazionali e sociali passa dalla concezione che il racconto della città venga restituito al turista anche attraverso il coinvolgimento delle comunità dei quartieri. Sono due, in particolare, gli itinerari che sono stati concepiti basandosi su questa idea: il primo, ideato circa un anno fa, è stato chiamato I mestieri di Ballarò: «Durante il tour – spiega Ceruso – viene raccontato il mercato di Ballarò dai mercatari stessi, con la partecipazione delle loro famiglie. Vengono descritti i loro prodotti e, contemporaneamente, la loro visione del quartiere e della città».
Il secondo, partito tre anni fa, si chiama Attraverso i miei occhi che prevede la partecipazione di un migrante che racconta come si vive nel quartiere. «Un’esperienza coinvolgente per il turista – dice ancora Ceruso – Per capirlo, basti pensare che dovrebbe durare due ore che invece, regolarmente, diventano quattro o anche di più. Durante il tour, oltre a dare nozioni di carattere storico-culturale sui monumenti, spieghiamo le realtà sociali di ognuno di essi e ne raccontiamo il contesto attuale».
Un’idea originale di turismo che sta avendo successo, ma che non è nata da un giorno all’altro. «Terradamare gestisce beni museali particolari – spiega Ceruso – La sfida, dunque, era quella di raccontare un territorio in maniera differente. Non abbiamo i grandi flussi turistici della Cattedrale o di Palazzo dei Normanni, si tratta di un tipo di presenza particolare, un visitatore che ha interesse a conoscere Palermo in una certa maniera». Una visione che attrae non soltanto gli stranieri: «Ci sono anche tanti italiani che si interessano ai nostri tour – dice Ceruso – e una buona fetta di pubblico è costituita da palermitani».