Truffa, falso, peculato e abuso d’ufficio Bufera a Villa Sofia, arrestato il primario Tutino

Bufera dentro l’unità di Chirurgia plastica e maxillo facciale dell’ospedale Villa Sofia di Palermo. Con l’accusa di truffa al Servizio sanitario nazionale, falso, peculato e abuso d’ufficio, il Nas ha arrestato il primario Matteo Tutino, già finito in passato al centro di scandali e inchieste. L’ordinanza, emessa dal gip del Tribunale di Palermo, Giovanni Francolini, e che dispone gli arresti domiciliari, arriva al termine di una lunga attività d’indagine, avviata nel 2013, coordinata dal procuratore aggiunto, Leonardo Agueci, e diretta dal sostituto procuratore, Luca Battinieri.

Il Nas ha così portato alla luce «numerose attività illecite» compiute dal chirurgo. In particolare, sono finiti nel mirino degli investigatori numerosi interventi chirurgici eseguiti dal professionista, che «dissimulava l’attività libero professionale di natura estetica non consentita presso le strutture ospedaliere pubbliche del Servizio sanitario nazionale, poiché del tutto esclusi dai Livelli essenziali di assistenza (Lea)». Per gli interventi di chirurgia estetica effettuati nell’ospedale pubblico il medico si faceva pagare un compenso “non dovuto” dai pazienti, come corrispettivo per prestazioni post operatorie (medicazioni). Poi ne richiedeva il rimborso al Servizio sanitario regionale sulla base di «documentazioni sanitarie e cartelle cliniche falsificate, arrecando quindi un ingente danno all’Erario» spiegano dal Nas. 

Eseguite anche diverse perquisizioni, in collaborazione con il nucleo di Polizia tributaria della Guardia di finanza di Palermo. «L’operazione non esaurisce le indagini, che proseguono per l’accertamento di ulteriori condotte illecite» spiegano gli investigatori. Secondo l’accusa il primario avrebbe eseguito, usando la struttura pubblica, almeno una decina di interventi estetici, facendoli passare per operazioni necessarie a curare patologie coperte dal Sistema sanitario nazionale. Un escamotage che gli permetteva di ottenere il rimborso. Inoltre, il primario avrebbe dichiarato il falso attraverso l’autocertificazione, sostenendo di essere incensurato, mentre a suo carico ci sarebbe una condanna per omicidio colposo.

Nell’indagine, a cui l’assessore regionale alla Salute, Lucia Borsellino, ha assicurato, spiegano dalla Procura, «massima collaborazione», sarebbero coinvolte anche altre persone, per le quali la procura avrebbe chiesto al gip l’emissione di misure interdittive. Intanto la Direzione strategica dell’Azienda ospedali riuniti Villa Sofia Cervello fa sapere di attendere «con il dovuto rispetto che si deve nei confronti di un’indagine così delicata e complessa, gli ulteriori sviluppi della vicenda». Per assicurare la continuità dell’attività assistenziale e «tutelare l’immagine dell’Azienda e dei tanti professionisti che ogni giorno con coscienza e impegno lavorano per offrire all’utenza i migliori servizi sanitari» verranno adottati «gli opportuni provvedimenti che il caso richiede».

Sulla vicenda si è espresso anche il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta. «I fatti che gli vengono contestati li affronterà davanti alla giustizia: i suoi reati non appartengono a me. Ci sono dei magistrati che seguiranno questo caso». Tutino era il medico personale del governatore, ma il numero uno di Palazzo d’Orleans precisa: «Non l’ho nominato io Tutino. Uno si rivolge a un medico perché è bravo, io l’ho conosciuto come un uomo buono e religioso. Mi ha dato una mano e mi ha fatto aiutato in questi anni».


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