Le critiche sono iniziate a fine 2018 e si sono rafforzate dopo la messa on line del nuovo portale dell'ufficio nazionale minerario per gli idrocarburi e le georisorse. Dallo staff di Di Maio escludono volontà politiche e parlano di problemi di sicurezza informatica
Trivelle, ambientalisti contro il nuovo sito del Mise «Riduzione dei dati aperti minaccia la trasparenza»
La trasparenza sacrificata in nome della sicurezza informatica? Da mesi è questa la domanda che serpeggia tra molti degli attivisti No-Triv siciliani ed è rivolta alla nuova versione del sito della Direzione generale per la sicurezza anche ambientale delle attività minerarie ed energetiche – Ufficio nazionale minerario per gli idrocarburi e le georisorse. Con una sigla: Dgs-Unmig.
Nel mirino c’è la riduzione delle informazioni messe a disposizione dei cittadini sul ramo della pubblica amministrazione che fa parte del ministero per lo Sviluppo economico, guidato da Luigi Di Maio. L’allarme è scattato a metà novembre. «Un giorno mi sono collegato al portale per fare un’operazione che sono sempre stato solito fare, cioè monitorare la situazione riguardante i permessi in mare – racconta Mario Di Giovanna, del comitato Stoppa la piattaforma di Sciacca -. Solo che mi sono accorto subito che alcune pagine non funzionavano più e rimandavano alla homepage». Alla richiesta di chiarimenti, un tecnico del Mise ha spiegato che la situazione era riconducibile a «problemi di sicurezza informatica», assicurando che tutto sarebbe tornato alla normalità in tempi brevi.
In effetti il 4 gennaio, il Mise ha annunciato la messa online della nuova versione del sito Dgs-Unmig, presentandolo come il frutto di una «manutenzione programmata con l’obiettivo di migliorare il servizio e allinearlo a standard più avanzati». Le cose però per gli ambientalisti non sono cambiate, anzi si è rafforzata la sensazione secondo cui la ristrutturazione informatica abbia coinciso con una parziale chiusura dei dati messi a disposizione. Della questione si è interessato anche Angelo Bonelli, il presidente dei Verdi. «A fine gennaio ho presentato un esposto alla procura di Roma per denunciare i fatti, in un momento in cui al vaglio delle commissioni parlamentari si discuteva di emendamenti sulle trivellazioni presentati da Lega e M5s per salvare le istanze di concessione pendenti al ministero», ricorda. Da allora il decreto Semplificazioni è stato convertito in legge e prevede che chi ha già un’autorizzazione per trivellare sia esonerato dalla moratoria di 18 mesi.
Le cose, invece, sono rimaste uguali per quanto riguarda la fruibilità del sito Dgs-Unmig. «Rispetto a prima sono scomparsi o sono difficilmente consultabili numerosi dati – continua Di Giovanna -. Prima era possibile ricavare informazioni sullo status economico, le concessioni e le istanze presentate dalle società, la produzione di idrocarburi e le royalty versate, e navigare tra gli stessi facendo ricerche incrociate con dei semplici click. Adesso, questi dati sono difficilmente raggiungibili perché spezzettati in numerosi file di testo o fogli di calcolo e anche le mappe interattive, da pochi giorni pubblicate sul sito, non consentono queste ricerche incrociate. Per esempio – va avanti l’attivista – non è più possibile, partendo dal report riepilogativo della singola concessione, accedere con un click alla storia delle piattaforme collegate, alle foto, ai pozzi con i dati di produzione, così come non è possibile direttamente fare ricerche per zone di mare o accedere facilmente al numero e alla tipologia di concessioni rilasciate alla singola società o, ancora, consultare la gazzetta ufficiale dei provvedimenti concessori relativi al titolo». I rilievi degli ambientalisti riguardano anche altri aspetti. «Non riusciamo, inoltre, a trovare nel sito i massimari della commissione per gli idrocarburi e le risorse minerari e altri dati storici. Stesso discorso per i dossier relativi alle royalty, la geologia dei pozzi e gli effetti sull’ambiente degli airgun».
Dalle parti del ministero, però, la valutazione è diversa. Contattata da MeridioNews, la segreteria della dirigente generale di Dgs-Unmig, Emilia Maria Masiello, fa sapere che «il sito è in continuo aggiornamento e si segnala che, tra l’altro, nel mese di aprile alcune parti hanno avuto un significativo aggiornamento sulla fruibilità e livello di open data». A escludere altre motivazioni è anche lo staff del ministro Di Maio: «La questione è stata di natura tecnica, relativo al rischio che il sito potesse essere oggetto di attacchi da parte di hacker. Tutto qui, nessuna volontà politica».