Metti un gruppo di liceali di ritorno da una gita. Metti qualche carrozza ferroviaria di quelle che meriterebbero la rottamazione e invece continuano imperterrite a viaggiare. Metti una telecamera di fortuna e un po di fantasia. Il risultato è questo video
Trenitalia fai-da-te
I ragazzi di un liceo siciliano, di ritorno da una gita a Firenze, si imbattono in un treno un po’ diverso da quelli che si vedono negli spot di Trenitalia. Le tappezzerie dei sedili sono strappate o deturpate da chiazze sulla cui origine è meglio non indagare; sulle tendine la polvere incrostata dagli anni ha disegnato inquietanti arabeschi; quando se ne trova una un po’ meno vecchia, ci si rende subito conto che sarà impossibile abbassarla; la chiusura di sicurezza degli scompartimenti lascia spazio di manovra al più scalcagnato degli scassinatori; e dei servizi igienici, naturalmente, non è il caso parlare. L’arredo degli scompartimenti, infine, sembra ideato dal dottor Frankenstein: un sedile rosso, residuo delle tappezzerie in uso nel secolo passato; un poggiatesta azzurro installato più di recente; e un altro in pelle di colore marrone, di assai incerta datazione.
Insomma, il treno è di quelli che meriterebbero un’onorevole rottamazione. E che invece continuano a viaggiare sulla nostra rete ferroviaria, specialmente al Sud. I ragazzi comunque non si perdono d’animo: visto che su quelle carrozze bisognerà rimanere per tutta la notte, tanto vale prenderla a ridere e provare a salvare il salvabile. E così, dopo una sommaria spolverata alla tappezzeria, inventano un Art Attack di sopravvivenza per rendere abitabili gli scompartimenti e per costringere le tendine a fare il loro lavoro. E tirano fuori macchine fotografiche e cellulari per documentare il tutto. Protagonisti della disavventura i ragazzi del Liceo Scientifico Ettore Majorana di Caltagirone, finiti loro malgrado sul treno 823, in servizio tra Milano e Catania. Step1 ha montato le loro riprese in questo breve video per ricordare, con il sorriso sulle labbra, le condizioni in cui versa la nostra rete ferroviaria. Anche se, a dire il vero, da sorridere ci sarebbe ben poco.