Treni storici fermi, associazioni scrivono alla Regione  Manlio Messina: «Riporremo il servizio dopo l’estate»

«Mi sono innamorato di questi treni dopo la morte di mio padre, che faceva il ferroviere. Da quel momento sono entrato in questo mondo affasciante». Daniele Fucarino è il presidente dell’Associazione TrenoDoc. Da quando suo padre è venuto a mancare, ha deciso di entrare a far parte del mondo dei treni antichi, esplorando i siti dei vecchi vagoni che attraversavano le zone incantevoli di una Sicilia che ancora conservava i suoi odori e i suoi paesaggi suggestivi. «A un certo punto mi sono reso conto che così ero sempre più vicino a mio padre», racconta ai microfoni di Direttora D’aria, su Radio Fantastica. Parte di questi panorami e questi treni esistono ancora oggi e percorrono i tratti viari dell’entroterra come quello che attraversa la Valle dei Templi o che permette di raggiungere sagre come quella del Mandorlo in fiore, sempre nell’Agrigentino, fino alla sagra del cioccolato di Modica. Negli ultimi quindici anni prima della pandemia le Ferrovie dello Stato e la Fondazione Fs hanno puntato sulla salvaguardia delle linee ferroviarie secondarie, delle antiche stazioni e materiale rotabile. Le associazioni che si occupano di valorizzare i treni storici si occupano di collaborare proprio con Ferrovie. Quest’anno i fondi non sono arrivati, almeno stando a sentire proprio le realtà che si occupano della valorizzazione dei treni storici.

Eppure i progetti sui vecchi tracciati esistono, come quello che vede la salvaguardia delle linee dismesse Alcantara-Randazzo e Noto-Pachino, con un investimento da 50 milioni di euro. Ma nonostante tutto, per quest’anno vecchi vagoni e locomotive sono ancora fermi, con i fondi che non sono ancora arrivati. Da qui il motivo che ha spinto le associazioni a interpellare la Regione. «Si tratta di treni degli anni 30′, comodissimi, con legno pregiato – spiega Fucarino – Sono più lenti e fanno sì che si possano gustare gli odori dei paesaggi siciliani. Questo tipo di turismo esperienziale coi treni nel resto d’Italia dopo due anni è partito, mentre in Sicilia no. Intanto riceviamo numerose telefonate ed email di turisti che ci chiedono quando partirà tutto».

Le associazioni che si impegnano a far rivivere le antiche vetture sono – oltre a TrenoDoc Palermo – Ferrovie Kaos Agrigento e Associazione Ferrovia Valle Alcantara Randazzo. Congiuntamente, nella lettera indirizzata all’assessore regionale al Turismo Manlio Messina chiedono non soltanto di rimettere a moto i mezzi, ma anche una programmazione puntuale. Queste realtà si occupano della pulizia e del decoro de mezzi, oltre a proporre iniziative di restauro. «Io ho scoperto così questo mondo – dice ancora Fucarino – Questi treni costano: dietro c’è un grande sforzo da parte di tutti. I turisti si devono organizzare e per questo motivo, come sta capitando da qualche mese, ci contattano molto tempo prima, ma non sappiamo come dare loro risposta». 

A provare a mettere in chiaro le cose è lo stesso Manlio Messina, che definisce quella delle associazioni «una polemica stucchevole». Da quanto affermato dal componente della giunta Musumeci, ci sarebbe già un accordo con Ferrovie per destagionalizzare il servizio. «Con queste temperature, stare sopra i treni è un po’ pesante – specifica Messina – Così abbiamo pensato di posticipare il servizio a ottobre. È anche un modo per attrarre più turismo. Abbiamo bisogno di prolungare la stagione turistica». Rimane però la difficoltà tra associazioni e la istituzione Regionale a comunicare. «Non so con chi le associazioni non riescono a parlare – replica Messina – L’assessorato è sempre aperto e non credo sia difficile raggiungermi. Per quanto riguarda i treni storici, noi abbiamo semplicemente fatto slittare le date». Messina chiarisce l’argomento e apre a una nuova iniziativa che si inserisce nel cartellone degli eventi siciliani, che la Regione vuole spalmare in tutti i periodi dell’anno. 

Dall’altro lato, però, il settore turismo deve fare anche i conti con la spazzatura presente in diverse località della Sicilia, con Catania tra le città sofferenti, a causa delle difficoltà di conferimento. «Non è il mio settore, ma il problema è atavico e, non per questo giustificabile, va affrontato in maniera strutturale – osserva – La Regione dal canto suo sta collaborando con le istituzioni e sta portando avanti il progetto dei termovalorizzatori, che oltre a eliminare il differenziato produrrebbero energia». Infine l’assessore invita a guardare al bicchiere mezzo pieno. «È vero che ci sono dei problemi – conclude – ma siamo stati la Regione con più presenze turistiche in alcuni periodi dell’anno, come quello pasquale. Da parte nostra resta l’impegno ad attrarre turisti, ma ci aspettiamo che anche i cittadini combattono l’inciviltà diffusa».


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