Doveva tornare tutto alla normalità da lunedì. Ma nei primi tre giorni sono stati registrati 841 minuti di ritardo. Un problema su cui non è chiaro nemmeno chi deve vigilare, visto che il documento che regola i rapporti con Ferrovie è avvolto nel mistero. Una delle poche info? L'aumento del costo dei biglietti dal 2017
Treni Pa-Ct, solo sei corse su 42 puntuali Penali? Regione tiene nascosto il contratto
Lunedì: 336 minuti di ritardo. Martedì: 223. Mercoledì: 282. In totale 841 minuti. I primi tre giorni dell’annunciato ritorno alla normalità sulla tratta ferroviaria Palermo-Catania sono stati un disastro. Sulle 42 corse, 14 al giorno, monitorate dal Comitato per i pendolari siciliano, solo sei sono arrivate in orario. Non c’è pace per chi viaggia in treno tra le due principali città dell’Isola da quando il maltempo di metà ottobre ha creato numerosi smottamenti e fatto deragliare un convoglio. Per più di due settimane la circolazione tra Caltanissetta e Palermo è stata interrotta, poi ha riaperto ma il tempo di percorrenza è lievitato da due ore e 47 minuti a tre ore e mezza, senza che gli utenti ne fossero sufficientemente informati. Trenitalia ha annunciato che da lunedì 16 novembre la situazione sarebbe tornata alla normalità, ma il report sui primi giorni smentisce queste dichiarazioni.
Una situazione di continua emergenza su cui non è neanche chiaro chi dovrebbe vigilare. Le due parti in causa, la Regione Sicilia e il gruppo Ferrovie, si confrontano da mesi per siglare il contratto di servizio, che fisserà regole e paletti, costi e penalità per i prossimi dieci anni. A luglio è stato trovato un pre-accordo: la Regione Sicilia si sostituirà al ministero come controparte di Ferrovie. Queste ultime riceveranno 1,4 miliardi in dodici anni, soldi che il ministero delle Infrastrutture girerà a Palermo. In più la Regione si impegna a investire 150 milioni di euro per l’acquisto di nuovi treni e promette di aumentare del 10 per cento il costo dei biglietti a partire dal 2017. In cambio Trenitalia dovrà spendere 40 milioni per nuovo materiale rotabile fino al 2026.
Tutto il resto è ancora top secret, contenuto negli allegati al contratto di servizio di cui nessuno, a eccezione del dirigente generale ai Trasporti, Fulvio Bellomo, conosce il contenuto. «Li abbiamo chiesti come singoli deputati e come commissione Trasporti – spiega la deputata del Movimento cinque stelle, Angela Foti – ma il dirigente non ha voluto mostrarli, perché si sta avvalendo di un esperto di Trenitalia per scrivere il contratto». Una situazione paradossale in cui il consulente della Regione è dipendente della parte con cui si deve contrattare. «Chi ci deve dare i servizi sta scrivendo i vari paletti», sottolinea Foti. Dettagli non di poco conto. «Negli allegati si dovranno specificare le fermate; i servizi a bordo come la possibilità di fare il biglietto, portare le bici; i servizi sostitutivi in caso di guasto; le clausole di rescissione; le eventuali penalità».
Quei documenti chiusi nel palazzo dovrebbero, ad esempio, stabilire chi deve vigilare sui ritardi registrati negli ultimi giorni e sostenere le spese della manutenzione; quali tutele sono state previste per i pendolari o a quale ufficio inviare le segnalazioni dei disservizi. «Vogliamo che ci sia un passaggio in commissione – conclude la deputata grillina – perché un argomento così importante per i cittadini non può essere annunciato a cose fatte. L’ex assessore Pizzo (sostituito da Giovanni Pistorio da pochi giorni ndr) aveva promesso di farci avere gli allegati entro settembre, ma non si è più visto». Richiesta di condivisione che arriva anche dal Giosuè Malaponti, presidente del comitato pendolari: «È un contratto che non ci garantisce, perché del tutto unilaterale nei confronti di Trenitalia, da tutti i punti di vista. Cogliamo l’occasione della nomina del quarto assessore regionale ai trasporti per augurargli buon lavoro e chiedergli di poterci incontrare per fare il punto della situazione prima della firma definitiva».