Tre randagi ritrovati morti e uno in condizioni critiche deceduto in ambulatorio poche ore dopo. Gli animali sono stati trovati ieri in un’area privata in via Villaroel, a Trecastagni, dove venivano accuditi da volontari animalisti della zona. Dove il servizio di assistenza agli animali doveva fare i conti con le discariche abusive e i rifiuti pericolosi abbandonati.
È quanto dichiara a MeridioNews il presidente dell’Enpa di Catania Cataldo Paradiso: «I volontari portavano regolarmente da mangiare ai cani che stavano lì e avevano anche attrezzato delle cucce all’interno di quell’area: probabilmente hanno dato fastidio a persone che invece la utilizzano come officina clandestina dedita al riciclaggio di autovetture. Infatti lì abbiamo trovato un sacco di rifiuti, sia speciali che pericolosi, centinaia di copertoni delle macchine, ricambi di pezzi d’auto e addirittura macchine intere, frigoriferi, lavatrici».
All’immediata richiesta di intervento della polizia municipale da parte dell’Enpa, gli agenti intervenuti, racconta Paradiso, «si sono limitati a incaricare il canile convenzionato di recuperare le carcasse dei cani e trasportare quello che era ancora vivo in ambulatorio. Sono stato io personalmente a chiamare per sollecitare un intervento di bonifica e tabellazione, come prevede l’ordinanza del ministero della Salute».
«Peraltro, le condizioni in cui si trova quell’area sono ben visibili già dalla strada e, a prescindere dal fatto che si tratti di una zona privata, il sindaco ha l’obbligo di intimare al proprietario la rimozione dei rifiuti e se il proprietario non dovesse provvedere, dovrebbe pensarci l’amministrazione comunale. E invece – conclude il presidente dell’Enpa Catania – non c’è ancora stato alcun intervento, nemmeno in occasione del ritrovamento dei randagi morti mentre la situazione era sotto gli occhi di tutti, e questo non è accettabile».
L’Enpa, si legge in una nota diffusa alla stampa, presenterà al sindaco di Trecastagni, alla prefettura di Catania e all’Asp3 Veterinaria una nota dettagliata sull’accaduto, «sollecitando ancora una volta – l’ennesima – il rispetto di tutte le norme che tutelano gli animali e in questo caso anche l’ambiente».
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