Tram, lavori ultimati e al via prove tecniche Ma sull’affidamento ad Amat in Aula è battaglia

Il tram è adesso una realtà. O quasi. Perché ora la parola passa a Sala delle Lapidi. In Consiglio comunale, infatti, è atteso il via libera al contratto di servizio approvato dalla giunta a settembre e rimasto per settimane negli uffici, prima di arrivare nelle commissioni consiliari. Un sì dell’Aula senza il quale il tram rischia di rimanere a lungo fermo sui binari. Pronto e inutilizzabile. Oggi il direttore dei lavori del consorzio che ha realizzato l’opera ha consegnato il certificato di ultimazione del progetto. Così da domani, alle 8.30, dal deposito di via Leonardo da Vinci usciranno le vetture bianche del Genio. Cominceranno le prove tecniche sui binari che scorrono lungo le linee 2 (Borgo Nuovo – Stazione Notarbartolo), 3 (San Giovanni Apostolo – Stazione Notarbartolo) e 4, ovvero la circolare che collega la Stazione Notarbartolo con via Regione siciliana. «In quest’ultimo caso – spiegano dall’Amat – si tratta della prima volta che Genio si muove sull’asse ferrato di viale Regione siciliana, arrivando fin in via Pollaci, ad angolo con corso Calatafimi».

I test come già accaduto per la linea 1, che collega Roccella alla Stazione centrale, serviranno ad ottenere il nulla osta all’esercizio da parte della commissione di agibilità. «Grazie alla consegna dei lavori, avvenuta entro novembre – dice Gianfranco Rossi, direttore d’esercizio Amat del sistema tram – è prevedibile l’avvio del pre- esercizio delle linee 2 e 3, A e B, nella prima decade di dicembre». Resta lo scoglio di Sala delle Lapidi, dove l’opposizione annuncia battaglia. Su un duplice fronte. Da un lato la scelta di finanziare il tram con i proventi della Ztl a pagamento dall’altro l’affidamento della gestione dell’infrastruttura da oltre 300 milioni di euro all’Amat senza passare da un bando di gara. Un’ipotesi, quest’ultima, che allungherebbe ulteriormente i tempi e che l’assessore comunale alla Mobilità Giusto Catania ha più volte escluso. «Se c’è qualcuno che pensa che bisogna privatizzare il servizio pubblico a Palermo – ha spiegato -, sappia che questa idea non risponde alla politica di questa amministrazione, che ha investito sulla tutela e sul rilancio del servizio pubblico locale». 

Ma proprio sull’affidamento diretto e sui costi che rischiano di mettere ulteriormente in ginocchio l’azienda di trasporto pubblico urbano punta il dito il consigliere di Forza Italia, Angelo Figuccia. «Il tram avrà un costo annuo pari a circa 13 milioni di euro e introiti stimati per 7 milioni. Numeri alla mano è evidente il gap tra costi e ricavi, che l’amministrazione intenderebbe colmare attraverso la gestione delle Ztl che, secondo questo progetto, dovrebbe essere affidate alla medesima società». Proprio dalla zone a traffico limitato Palazzo delle Aquile conta di incassare circa trenta milioni di euro, ma, prosegue il forzista «Orlando e il suo assessore hanno omesso un piccolo particolare. Innanzitutto la legittimità delle Ztl, che nel caso fossero impugnate da parte dei cittadini stessi genererebbero un enorme danno alle casse dell’Amat e un potenziale default per il Comune di Palermo. In secondo luogo il costo del pass pari a 120 euro sarebbe totalmente a carico dei palermitani, ancora una volta vessati da tasse e balzelli insopportabili».

Intanto sui social è già partita la campagna di sensibilizzazione. Le associazioni Palermo Indignata, Mobilita Palermo e Palermo ciclabile hanno lanciato l’hashtag #vogliamoiltram per «dare al via una campagna mediatica e incalzare le istituzioni comunali ad assumersi le proprie responsabilità. La città non può aspettare oltre». Una richiesta fatta propria anche dai sindacati. «Sul tram non è più tempo di rinvii: bisogna dotare la città di un servizio di trasporto adeguato, a maggior ragione tenendo conto del fatto che il servizio dell’Amat ogni giorno si riduce a sole 200 vetture rispetto alle oltre 450 necessarie» dicono Daniela De Luca, segretario della Cisl Palermo Trapani, e Domenico Perrone, segretario provinciale Fit Cisl. Che lanciano un appello: «Si superino subito gli scontri politici e si giunga alla definizione di tutti gli atti necessari affinché il servizio possa subito partire» perché i cittadini sono «stanchi di disservizi e di attese estenuanti». 

Fare presto sul tram è anche la richiesta della Cgil, per la quale il rischio è quello di avere altrimenti «una struttura tra le più moderne in Europa inutilizzata e a rischio di essere vandalizzata». «Sollecitiamo il consiglio comunale a trovare un’intesa in tempi rapidi – dicono il segretario Cgil Palermo, Enzo Campo, e il responsabile partecipate Cgil Palermo, Mario Ridulfo -, puntando su una soluzione condivisa che metta al centro l’interesse dei cittadini, che aspettano quest’opera da anni e continuano nel frattempo a subire tanti disagi. Ci auguriamo – concludano – che il tram non diventi terreno per l’ennesimo scontro politico di questa città».


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