È scontro sui tempi d’attesa del nuovo tram di Palermo. Ieri l’attacco dal presidente della terza commissione del comune di Palermo Luisa La Colla e la vicepresidente del consiglio comunale Nadia Spallitta. Secondo le due consigliere del Pd, infatti, gli intervalli tra una corsa e l’altra rischiano di essere tra i 20 e i 25 minuti sulla linea 1. Immediata la replica dell’Amat che conferma «attese di 5 minuti in linea con i valori medi indicati da altri sistemi tram presenti in Italia» e annuncia il raddoppio, entro il 2016, dei treni in dotazione al sistema tram del capoluogo siciliano. I nuovi mezzi, che si andranno ad aggiungere ai 17 treni già in dotazione per le quattro linee, saranno acquistati grazie ai 50 milioni di euro della Comunità europea (Po Fers 2007/2013), destinati allo scopo attraverso l’amministrazione comunale.
«I nuovi treni serviranno per raddoppiare il parco rotabile e diminuire ulteriormente i tempi di attesa alle fermate» chiariscono dall’Azienda e, a tal proposito, tornando sulla vicenda, precisano che «già con la dotazione del parco treni attuale, la frequenza di passaggio alle fermate della linea 1 Roccella/Stazione Centrale (6 chilometri) sarà di circa cinque minuti, e non di venti/venticinque minuti, mentre tutto il percorso, fermate incluse, sarà coperto in circa 17 minuti. I treni lunghi circa 32 metri hanno una capienza di 250 posti, di cui 56 a sedere».
Eppure ieri La Colla e la vicepresidente del consiglio comunale hanno ribadito il rischio di eccessivi ritardi. «La linea 1, che si sviluppa per circa sei chilometri – hanno detto – è dotata di soli otto tram, quattro per ogni direzione, con una frequenza stimata tra i 20 e i 25 minuti, mentre nel resto dell’Italia la frequenza è di circa tre minuti. Bisogna tenere conto della disposizione delle fermate, più di una decina e dei tempi di sosta e della velocità delle vetture, che non superano i 50 km orari».
Ad ogni modo l’Amat, dopo le critiche sollevate nei giorni scorsi, ha ribadito che «non si riscontra nessuna criticità che possa compromettere il servizio, soprattutto a livello infrastrutturale. Così come non c’è preclusione all’accesso dei diversamente abili – conclude – tenuto conto che il progetto segue la normativa vigente ed e’ stato approvato, in tutti i suoi aspetti, da tutti i soggetti preposti ivi incluso il ministero delle Infrastrutture e Trasporti».
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