Trail of dead – So divided (2006, Interscope)

TRACKLIST:
1. Intro: A Song Of Fire And Wine
2. Stand In Silence
3. Wasted State Of Mind
4. Naked Sun
5. Gold Heart Mountain Top Queen Directory
6. So Divided
7. Life
8. Eight Day Hell
9. Witches Web
10. Segue: In The Realms Of The Unreal
11. Sunken Dreams

Trascorso poco più di un anno dal tormentato “Worlds Apart”, album riguardo al quale si discute ancora oggi per provare a comprenderne la reale natura (capolavoro o passo falso?), dato quel marasma di recensioni che vanno ognuna in senso opposto all’altra, la band col nome più lungo che la storia del rock ricordi si ripresenta con un nuovo lavoro, il sesto considerando anche “Secret Of Elana’s Tomb”, ep del 2003.

So Divided (questo il titolo scelto) ha – ed aveva già in fase di composizione – tutte le sembianze della classica prova del nove, una sorta di ultima spiaggia per gli “…And You Will Know Us By The Trail Of Dead”, attesi al varco da una schiera di critici che mal digerirà l’ennesimo potpourri di generi se non dovesse contenere al suo interno una base realmente sostanziosa. Lo sapevano tutti, e ne erano consapevoli anche i Trail Of Dead, che sarebbe stata questa la principale difficoltà da affrontare con “So Divided”. E cosa ti tira fuori la band di Austin? Undici brani di uno sperimentalismo estremo, barocchi e pomposi, difficili da ascoltare per intero uno dietro l’altro senza perdere il filo fra le lunghe trame sonore. Le sferzate noise ed i feedback di “Source Tags & Codes” (2002) sono purtroppo un lontano ricordo, a farla da padroni sono adesso motivetti poppeggianti mal sorretti da chili e chili di melodie prese in prestito dal meglio del brit dagli ’60 ad oggi: troviamo così pezzi che strizzano in modo imbarazzante l’occhio ai Beatles (Gold Heart Mountain Top Queen Directory ed Eight Day Hell) ed altri che si rifanno invece alla più recente tradizione di Oasis e Blur (Witches Web, la titletrack So Divided e Life), senza mai convincere davvero in entrambi i casi.

Aggiungiamoci poi le trovate orchestrali (percussioni tribali, archi, fiati e chitarre epiche) di Stand In Silence e Wasted State Of Mind, tanto magniloquenti quanto inutili, ed il gioco è fatto. Completano il deludente lotto l’incipit Intro: A Song Of Fire And Wine e l’intermezzo Segue: In The Realms Of The Unreal, spezzoni strumentali che nulla aggiungono e nulla tolgono. Ma, per essere sinceri fino in fondo, qualcosa di accettabile la si riesce a scovare anche qui: la blueseggiante Naked Sun e Sunken Dreams, brano che riporta finalmente agli esordi della band ma che, posto in chiusura, risente dell’andamento fiacco e del trascinarsi dell’intero album fino alla fine. Davvero poca roba per meritarsi la sufficienza.

Curiosità: “So Divided” vede la partecipazione (a questo punto veramente impalpabile) di Amanda Palmer dei Dresden Dolls e Pat Mastellotto dei King Crimson.

Emanuele Brunetto

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