Il 26 novembre del 2016 morirono tre marittimi a Messina dopo aver inalato acido solfidrico. Ieri sera il giudice ha disposto cinque rinvii a giudizio e una condanna, con pena sospesa, per il comandantea
Tragedia Sansovino, un patteggiamento e 5 a processo Rinviata a giudizio anche la società Caronte&Tourist
Si è chiusa con cinque rinvi a giudizio e un patteggiamento l’udienza preliminare del processo per la tragedia della nave Sansovino. Questa la decisione del gup Simona Finacchiaro che ha rinviato al
prossimo 28 ottobre quattro indagati e, come persona giuridica, la società Caronte&Tourist Isole Minori Spa. A seguito del patteggiamento, condannato a due anni di reclusione, ma con il beneficio della sospensione, Salvatore Virzì, comandante della nave, che era ormeggiata al porto di Messina quando delle esalazioni tossiche fecero morire Cristian Micalizzi di Messina, Gaetano D’Ambra di Lipari e Santo Parisi di Terrasini.
Cinque le persone indagate oltre il comandante per le quali l’accusa contesta a vario titolo l’omicidio colposo e la violazione delle norme sulla tutela della salute e sicurezza sul lavoro. Andranno a giudizio Luigi Genghi, armatore della motonave Sansovino, Domenico Cicciò, ispettore tecnico della società Caronte&Tourist Isole Minori, Fortunato De Falco, direttore di macchina, Giosuè Agrillo, come Dpa (designated person ashore) della società di gestione Seastar Shipping Navigation Ltd, società deputata al controllo e alla verifica della corretta attuazione delle procedure previste dal manuale di gestione della sicurezza a bordo della Sansovino. Coinvolta come persona giuridica la società Caronte&Tourist Isole Minori Spa.
Il 29 novembre 2016, i tre marittimi entrarono nello spazio 6 della sentina della nave della Caronte&Tourist e inalarono acido solfidrico. Inalazioni tossiche che come accettato durante l’autopsia causarono convulsioni respiratorie fino a farli morire.