Tradimenti: un dramma borghese

Non accade spesso che dopo aver assistito ad uno spettacolo teatrale il pubblico, oltre ad applaudire, gridi:“Bravi!Bravi!”. E’ accaduto mercoledì al teatro Ambasciatori di Catania in occasione della prima di Tradimenti, opera del premio Nobel Harold Pinter, diretta da Cesare Lievi e coprodotta dal Teatro Eliseo di Roma e dal CTB Teatro Stabile di Brescia.

Forse non è corretto aver iniziato questa cronaca dalla fine, ma in questo caso è appropriato. Infatti la pièce inizia proprio dalla fine. Nella prima scena Emma incontra Jerry, un tempo suo amante, e gli rivela che nel corso di una lite avvenuta la sera precedente, ha confessato a Robert, suo marito e miglior amico di Jerry, la loro relazione durata sette anni, ma ormai finita da due. Nella seconda scena, Jerry ha invitato Robert a casa sua per dargli una spiegazione, ma l’amico gli dice che Emma glielo aveva detto già quattro anni prima. Da questo punto in poi ognuna delle scene è un salto indietro nel passato in cui si ripercorrono le vicende dei protagonisti fino al momento in cui nasce l’amore tra Emma e Jerry.

Questa struttura a ritroso è uno dei punti di forza della storia. Manca l’ansia di scoprire il finale e non ci sono momenti di catarsi. Nessun punto oscuro, già dalla prima scena sappiamo che Emma e il marito Robert si separeranno e che con Jerry è tutto finito. Lo spettatore può così concentrarsi sul tema dell’opera: il tradimento.  Il tradimento visto come menzogna, in amore come nell’amicizia. Ma è anche il tradimento verso se stessi. I personaggi infatti sono incapaci di esprimere i propri sentimenti e anche quando ciò avviene, come nella scena finale in cui Jerry dichiara il suo amore per Emma, questo slancio è solo frutto dei fumi dell’alcool. Per il resto i tre protagonisti sembrano sempre sul punto di esplodere, ma alla fine decidono di tenersi tutto dentro.

Un altro punto di forza è il testo di Pinter, ritenuto giustamente uno dei più grandi drammaturghi viventi. La battute sono brevi e i protagonisti sembrano giocare una partita di tennis e passarsi le battute a vicenda. Il dramma interiore e inespresso dei protagonisti contrasta con i dialoghi che risultano divertenti proprio perché il pubblico conosce fin dall’inizio la verità, mentre i protagonisti la ignorano. Anche i numerosi silenzi giocano un ruolo importante in quanto carichi di tensione e di significato.

Ad impreziosire il tutto l’eccellente prova degli attori. Il personaggio di Emma è interpretato da Laura Marinoni, quello di Robert da Massimo Popolizio, mentre quella di Jerry da Stefano Santospago. Nella parte del cameriere Fabio Gandossi. Da segnalare l’interpretazione sopra le righe di Massimo Popolizio, che esprime meravigliosamente il personaggio di Robert e in almeno due scene il pubblico non ha resistito alla tentazione di applaudire l’attore anche sul cambio di scena.

Chi volesse assistere allo spettacolo può farlo venerdì alle 20.45, o sabato e domenica alle 17.15 al teatro Ambasciatori in via Eleonora d’Angiò, 17


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