Come ben sappiamo sono molti i siti, i palazzi che contengono l'asbesto ovvero lamianto e litalia ne è stracolma. L'amianto mescolato al cemento (eternit), fino a non molti anni fa, utilizzato perché molto resistente agli agenti atmosferici. Questo avveniva perché non cera la consapevolezza che fosse dannoso per la salute dell'uomo.
Tra lasbestosi e il cancro
Come ben sappiamo sono molti i siti, i palazzi che contengono l’asbesto ovvero lamianto e lItalia ne è stracolma. L’amianto mescolato al cemento (eternit), fino a non molti anni fa, utilizzato perché molto resistente agli agenti atmosferici. Questo avveniva perché non cera la consapevolezza che fosse dannoso per la salute dell’uomo.
Linalazione delle fibre d’amianto, dovuta spesso all’esposizione prolungata a questo materiale, porta alla comparsa di tumori e malattie per le quali tutt’ora non è presente una cura. Le malattie dovute dallesposizione allamianto incurabili sono: l’asbestosi, il mesotelioma, il carcinoma polmonare.
L’asbestosi comporta una cicatrizazzione del tessuto polmonare e, di conseguenza, una lenta perdita funzionale dell’apparato respiratorio. Questa malattia ha un decorso molto differente rispetto alle altre in quanto può restare latente all’interno dell’organismo per moltissimi anni prima di manifestarsi e può avere un decorso variabile a seconda del tipo di asbesto inalato negli anni precedenti alla comparsa della malattia.
Correlato all’asbestosi è il mesotelioma pleurico che interessa quindi la membrana che avvolge i polmoni. Il mesotelioma è una patologia che colpisce il rivestimento dei polmoni (pleura) e, occasionalmente, il rivestimento degli organi interni (peritoneo). Questo tumore si sviluppa soltanto nei sogetti colpiti già dll’asbestosi. Purtroppo la differenziazione tra questo tipo di tumore e un tumore polmonare è molto spesso difficile. Anche questa malattia, come l’asbestosi, non ha una cura risolutiva.
Il decorso della malattia è molto più veloce rispetto allasbestosi e può portare anche alla formazione di metastasi. La morte può sopraggiungere dopo un anno dalla sua individuazione, o anche sei mesi nei soggetti più giovani.