Dopo lunga attesa presto ci sarà una via
Géza Kertész, mentre mancano ancora i documenti per via Rosa Balistreri. Queste e altre intitolazioni erano però già state date per cosa fatta dal sindaco Enzo Bianco. «Alcune pratiche si sono sbloccate. Altre sono ancora ferme, in attesa di approvazione della Società storia patria», dicono dall’ufficio comunale alla Toponomastica. La targa vicolo delle Belle, invece, è stata sostituita con una che riporta il nome di Goliarda Sapienza, come promesso dall’amministrazione «ma senza le necessarie autorizzazioni», precisano dalla Soprintendenza ai beni culturali. Che chiede il ripristino della denominazione originale di piazza Spirito Santo che, seguendo la stessa procedura, il Comune ha dedicato alla memoria di Turi Ferro.
La
burocrazia che regola la toponomastica, a Catania, è un labirinto che pare fitto più della rete stradale cittadina. Le pratiche restano bloccate, le responsabilità rimpallate tra gli uffici e persino la competenza sulla materia è scaricata da un
assessore all’altro. Sta di fatto che nello stradario catanese, per quel che risulta all’ufficio Tponomastica, non hanno ancora ottenuto il loro posto: Barbara Rizzo (vittima di Cosa nostra), Giorgio Ambrosoli (avvocato, assassinato nel 1979), Géza Kertész (allenatore del Calcio Catania, ucciso dai nazisti), Ettore Majorana (fisico catanese, scomparso misteriosamente nel 1938), Mario Giusti (fondatore del teatro Stabile), Rosa Balistreri (cantautrice e cantastorie siciliana) e Ilaria Alpi (giornalista, uccisa in Somalia). Nonostante il Comune abbia messo le intitolazioni nell’elenco delle cose fatte pubblicato sul giornale istituzionale.
Le proposte, firmate tutte dal sindaco Bianco, per legge sono state trasmesse alla
prefettura e – nei casi di zone sottoposte a vincolo – pure alla Soprintendenza: enti a cui spetta l’approvazione definitiva. Un parere necessario che però non sempre è arrivato, mentre altre volte non è stato chiesto o rispettato. Il telefono della Società storia patria della Sicilia orientale squilla a vuoto. È l’ufficio a cui la prefettura demanda il compito di esprimere il parere chiesto dal Comune, e dove le pratiche sono arrivate da mesi. Il presidente, Giuseppe Giarrizzo è scomparso a novembre. Solo di recente il percorso burocratico per le intitolazioni si è sbloccato: tranne per le targhe da dedicare a Majorana e Balistreri.
Altre intitolazioni, invece – con tanto di cerimonia alla presenza del sindaco – sarebbero avvenute senza le necessarie autorizzazioni. Che all’ufficio Toponomastica sostengono di non avere ancora ricevuto. È il caso dell’ex
vicolo delle Belle, che è stato rinominato in piazza Goliarda Sapienza (catanese, poeta, femminista) «senza che qui sia arrivata alcuna comunicazione o richiesta di parere. Com’è invece stabilito dalla legge», rispondono dalla Soprintendenza. Il riferimento è a un regio decreto del 1923. Che andava seguito anche per il cambio di intitolazione di piazza Spirito Santo in piazza Turi Ferro (catanese, attore). Una targa svelata a marzo, anche quella volta alla presenza di Bianco.
Informata solo a cose fatte la Soprintendenza è decisa a fare valere la propria giurisdizione. «Per ragioni storiche, che legano la piazza al nome dell’omonima chiesa», chiede che la
targa sia rimossa e che si ripristini la denominazione antica: piazza Spirito Santo. La lentezza e la macchinosità dei passaggi necessari per la modifica della toponomastica cittadina «è la conferma che per ottenere un risultato bisogna stare col fiato sul collo delle istituzioni, che si fermano al primo intoppo», dice
Roberto Quartarone. Fa parte del comitato Pro Géza Kertész che dal 2011 si spende per tenere viva la memoria dell’allenatore ungherese del Catania, ucciso per avere aiutato alcuni ebrei perseguitati dai nazisti. «Chiedevamo qualcosa di semplice, che non ha oneri: mettere una targa in una strada senza nome. Finalmente è stato fatto». Una situazione «incredibile», ma ora sbloccata. «Siamo entusiasti. Faremo una cerimonia e inviteremo la famiglia dell’allenatore ungherese».
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