Cosa vedrebbe Luca Parmitano se si fermasse un attimo, con la sua navicella spaziale, su quello che fu il ponte Gioeni? Ci ha pensato Luca Prete, street artist catanese, ad illustrare la possibile scena che si presenterebbe sotto il naso dell’astronauta in questi giorni di lunghe code e traffico in tilt. Una distesa di auto su entrambe le carreggiate della circonvallazione e sull’inizio di via Etnea.
Nonostante le rassicurazioni dell’amministrazione comunale, in attesa della realizzazione della rotatoria e del concorso di idee internazionale per abbellire l’area, sono notevoli i disagi per gli automobilisti e per i residenti. Contrario, sin dall’inizio, all’abbattimento del cavalcavia è stato Giacomo Gulielmo, ex consulente alla Mobilità del sindaco uscente Raffaele Stancanelli, che domani mattina sarà presente ad una conferenza stampa indetta dai consiglieri di opposizione a palazzo degli Elefanti per spiegare «un clamoroso intervento istituzionale» contro l’amministrazione Bianco. «Ma il mio appello, lanciato già i primi di agosto, non era politico, ma solo costruttivo», precisa Gulielmo.
Per l’ingegnere le ragioni per cui il ponte sarebbe dovuto rimanere in piedi sono molteplici. Prima di tutto le conseguenze sulla mobilità. «Ogni giorno transitano in quell’area 110mila auto, – spiega – che prima si distribuivano su diversi livelli, mentre adesso confluiranno in una rotatoria con effetti devastanti perenni sul traffico». Un altro dato dà la misura dell’enorme numero di persone interessate dalla trasformazione del tondo Gioeni. «Nel raggio di due chilometri ogni giorno gravitano 250mila persone, considerando la vicinanza dell’università e di altri importanti strutture», sottolinea Guglielmo.
Il secondo aspetto riguarda i rischi sulla stabilità. In caso di terremoto il ponte era a rischio crollo. E’ questo il motivo principale per cui la nuova amministrazione ha deciso l’abbattimento. Ma Guglielmo smentisce categoricamente. «Noi non siamo degli irresponsabili, l’abbattimento è una scelta, non una necessità – spiega – nel 2010, con l’aiuto dell’Università di Catania, abbiamo realizzato degli studi, di cui esistono le relazioni, estraendo dei campioni, che attestano la resistenza dell’acciaio e del calcestruzzo. Il ponte era più stabile della prefettura e della questura, con questo criterio si dovrebbe abbattere tutta la città». Ultimo punto: i costi. Per il consolidamento, strada intrapresa dalla giunta Stancanelli, era prevista una spesa di 6milioni 800mila euro, di cui 4 milioni e mezzo di provenienza regionale, e poco più di 2 milioni di euro finanziati dal Comune. L’abbattimento dovrebbe invece essere realizzato solo con i fondi della Regione. «Ho appreso che la giunta Bianco sta valutando l’ipotesi di un sottopasso, da aggiungere alla rotatoria che da sola non basterà mai – conclude Guglielmo – in questo caso, considerando anche i servizi da realizzare, si spenderebbero più dei 2 milioni di euro di risparmio previsti. Sarebbe più conveniente costruire un nuovo cavalcavia».
[Foto di Luca Prete]
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