L'avviso 20/2018 prevede la possibilità per coloro che devono svolgere percorsi formativi in professioni ordinistiche di ricevere un'indennità. Finora, però, soltanto una piccola parte è stata elargita. «Tempi burocratici», spiegano dagli uffici
Tirocini, solo uno su otto è stato pagato dalla Regione «Credevamo di non essere costretti a lavorare gratis»
«Il mese prossimo finisco il mio tirocinio, ma ancora non sono mai stata pagata e, a questo punto, chissà quando accadrà». Il pensiero di Martina (nome di fantasia), 27enne catanese, è simile a quello di altre diverse centinaia di giovani siciliani che l’estate scorsa hanno risposto all’avviso pubblicato dal dipartimento regionale Lavoro sul finanziamento dei tirocini delle professioni ordinistiche.
L’opportunità per i neolaureati che ambiscono a diventare avvocati, commercialisti, architetti aveva suscitato l’interesse di quanti, consapevoli di come spesso svolgere il tirocinio significhi lavorare gratuitamente, hanno sperato di essere pagati per le proprie prestazioni. Il bando, in tal senso, prevede un’indennità di seicento euro mensili per un massimo di 12 mesi e la possibilità di ottenere il finanziamento anche per quei tirocini già avviati fino a sei mesi dalla pubblicazione della graduatoria definitiva. A fronte però di regole e condizioni chiare, a mancare finora sono stati i bonifici sui conti dei tirocinanti. «In più di un’occasione ho contattato la Regione per capire cosa fare, visto che da parte mia ho compilato tutti i moduli e inviato i documenti per ottenere l’indennità, ma mi è stato detto che i tempi non sono ancora maturi», racconta Martina.
La sua è una delle tante storie di insoddisfazione che in questi mesi hanno trovato sfogo sui social network, dove sono nati gruppi di confronto dedicati all’avviso che attinge dalle risorse comunitarie destinate al Fondo sociale europeo. «Finora i decreti di finanziamento hanno coperto poco più di un centinaio delle istanze, praticamente solo uno su otto dei tirocinanti e solo per una metà dell’importo complessivo», prosegue Martina. Dall’assessorato al Lavoro i ritardi sono motivati da questioni burocratiche. «Non c’è alcun problema di risorse, si tratta soltanto di controllare le dichiarazioni e i documenti che ogni tirocinante è tenuto a fornire per ottenere la liquidazione», spiega a MeridioNews la dirigente generale del dipartimento Lavoro Francesca Garoffalo.
Ma se per chi ha partecipato alla prima delle tre finestre fin qui aperte l’avvio dei pagamenti potrebbe essere ormai questione di settimane, per altri tirocinanti le cose potrebbero complicarsi. Al punto da dovere rinunciare alla possibilità di ottenere le indennità. Il motivo sta nel fatto che il calcolo dei sei mesi residuali necessari a garantire il diritto al pagamento scatta dal momento della pubblicazione della graduatoria definitiva. Nel caso della terza finestra, complice il periodo estivo e il rallentamento nel lavoro degli uffici determinato dall’entrata in ferie del personale, per adesso è stata resa nota solo quella provvisoria. «Contiamo di ufficializzare la graduatoria degli aventi diritto nelle prossime settimane», assicura Garoffolo.