Timpa di Leucatia, comitato chiede chiarezza al Comune «Si stabilisca quali sono i confini delle singole proprietà»

«Bisogna mettere un punto fermo di fatto e di diritto sui luoghi. Serve dunque fare una rilevazione per avere certezza di quali siano i confini delle proprietà che ricadono all’interno della timpa». Una richiesta chiara, ma che passa da un percorso «amministrativo» da intraprendere con la collaborazione delle autorità fino a giungere nelle stanze di palazzo degli Elefanti. A MeridioNews, Rino Puleo, referente del Comitato Timpa di Leucatia, parla dell’ultima proposta fatta dell’espressione nata oltre sei mesi fa grazie alla partecipazione con la partecipazione di attivisti, associazioni e cittadini. Il Comitato è nato con l’obiettivo di fare del polmone verde che insiste metà tra Catania e Sant’Agata li Battiati un Parco o una riserva orientata. L’area sormontata da Monte San Paolillo, in effetti, presenterebbe tutte le caratteristiche per essere estremamente tutelata. Oltre a una fauna variegata e a rappresentare un luogo di conservazione della biodiversità, la Timpa di Leucatia è un ambiente umido che custodisce l’acquedotto benedettino del XVII secolo e testimonianze che toccano diverse epoche: dai periodi arcaici a quelli Classici – come la tomba romana – fino ai bunker della Seconda guerra mondiale. Tuttavia, oltre a dei lavori per di ricostruzione di un immobile multipiano da parte di Dusty Immobiliare, il Comitato pone l’attenzione sui tanti punti interdetti da privati che, a dire degli stessi attivisti, impedirebbero alcuni accessi. Nel recente periodo, oltretutto, sarebbero anche spuntate delle recinzioni metalliche.

Anche per questo motivo, lo scorso 10 giugno il Comitato, insieme al consigliere Manfredi Zammataro, con la presenza della polizia locale e della commissione Urbanistica si sono dati appuntamento davanti all’acquedotto dei Benedettini per un sopralluogo sullo stato dell’area. «In questi mesi abbiamo realizzato un documento programmato con delle iniziative di politica ambientale – afferma Puleo – Adesso stiamo cercando di intraprendere delle azioni da porre all’amministrazione con un cronoprogramma: la prima è stata questo sopralluogo con cui chiediamo all’ufficio Urbanistica di fare una fotografia dei luoghi, perché dobbiamo stabilire quali siano i confini tra le proprietà e la parte pubblica. Questo passaggio – continua il referente – è fondamentale sia per sensibilizzare l’opinione pubblica ma soprattutto per intraprendere progetti futuri. Avere una visione chiara dell’area ci permette di portare avanti degli studi per perfezionare dei vincoli». Vista la pertinenza di una parte della zona a Sant’Agata Li Battiati, il Comitato ha intenzione di avviare un dialogo anche con questo Comune. «Questa sarà la prossima azione che faremo – dichiara Puleo – Con l’impegno e l’interesse degli attivisti, finora non stiamo assistendo alle scene di degrado che si vedevano prima. Pertanto, l’impegno continuerà».

A fare il punto sull’operato degli attivisti e del Consiglio comunale è Manfredi Zammataro, consigliere del gruppo Misto e presidente della commissione Urbanistica. «Parliamo di un luogo dall’importanza incredibile, sia sotto il piano naturalistico che per la valenza storica. Ma dobbiamo prendere atto – ammette – che da 20 anni non è stata prestata la giusta attenzione. Addirittura molti catanesi non lo conoscono. Con l’ultima audizione sul tema vogliamo spingere l’interesse per il recupero del polmone verde: un passaggio utile per provare a intercettare anche i fondi del Pnrr che prevedono la riqualificazione dei Parchi urbani». Anche Zammataro si concentra sui luoghi e sull’accessibilità della Timpa, considerandolo un «tema cogente». «Ci sono delle difficoltà ad accedere in certi punti, tra reti metalliche e staccionate – commenta a questo giornale – Dobbiamo perciò capire qual è lo stato dell’arte per poter poi rilanciare i luoghi. Dal canto nostro, nella prossima seduta di commissione abbiamo invitato il direttore all’Urbanistica Fabio Bisgnani al quale chiederemo lo stato dell’arte dell’area: quali sono le aree pubbliche e quali quelle private?».

La Timpa di Leucatia torna a essere al centro del dibattito politico e cittadino. La questione è stata sollevata dalle associazioni ambientaliste già all’inizio del 2021, quando il cantiere di Dusty Immobiliare per realizzare un edificio in via Pietro dell’Ova in un terreno di proprietà della ditta è finito al centro delle polemiche. In quell’occasione gli attivisti e la politica chiesero la sospensione dei lavori perché, stando a quanto detto, stavano avvenendo a ridosso dei beni di interesse storico. La sospensione da parte del Comune è arrivata a giugno del 2021. Se non fosse però che la ditta ha impugnato il provvedimento, poi accolto dal Tar perché, per ben due volte, non adeguatamente motivato dal Comune. La vicenda dei lavori alla Timpa di Leucatia è finita anche tra i banchi dell’Ars, sollevata dalla deputata del M5s Giannina Ciancio e in parlamento, dalla componente del gruppo Misto Simona Suriano, Nell’attesa di capire se riprenderanno o meno i lavori, al centro del dibattito c’è la questione dei vincoli di tutela. L’area sarebbe frammentata e, soltanto alcuni punti, sarebbero interessati da vincoli generici di interesse pubblico. Nei mesi scorsi il gruppo regionale del M5s ha interpellato la Soprintendenza per avviare l’iter per il vincolo archeologico, che già esisterebbe ma non è mai stato trasformato in decreto. Quella dei vincoli di tutela sulla Timpa – già avanzata da Legambiente nel 2003 – è un’altra tappa che vorrebbero portare a conclusione le associazioni.


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