Sulla discussa barriera sottomarina da realizzare nel mare antistante il centro ionico, che ha visto contrapposti Legambiente e Comune, potrebbe arrivare uno stop. I giudici contabili avrebbero frenato sul nuovo stanziamento da parte della Regione. «Se questo blocco scongiurasse la restituzione di quanto già speso, per noi andrebbe bene», commenta l'assessore Francesco Fichera
Timpa di Acireale, Corte dei Conti blocca finanziamento Giunta: «Non siamo affezionati a quella barriera»
Il progetto della barriera sottomarina nel mare antistante la Timpa di Acireale potrebbe registrare un’improvvisa frenata. Lo stop sarebbe arrivato dalla Corte dei Conti, che, secondo indiscrezioni, avrebbe bloccato il decreto di finanziamento per il completamento di un’opera la cui programmazione risale ai primi anni Duemila e che nelle scorse settimane aveva riacceso le polemiche tra chi – l’attuale amministrazione guidata dal sindaco Roberto Barbagallo – dichiarava l’impossibilità di bloccare l’iter pena la restituzione delle somme già spese e chi – Legambiente, esperti e comuni cittadini – vede nel progetto una pesante minaccia per l’ecosistema della zona.
Adesso, però, un aiuto agli ambientalisti potrebbe arrivare appunto dai magistrati contabili: «Non abbiamo ancora notizie ufficiali – dichiara l’assessore all’Ambiente, Francesco Fichera – ma ci risulta che la Corte dei Conti abbia ravvisato dei problemi di natura formale, che impedirebbero la firma del decreto di finanziamento». La questione avrebbe nel Comune di Acireale soltanto uno spettatore: «Attendiamo indicazioni dalla Corte dei Conti – continua l’assessore – e poi ci muoveremo di conseguenza. In ogni caso, va detto che si tratta di un problema della Regione, poiché il decreto di finanziamento è appunto regionale. Qualunque rilievo della Corte è indirizzato a Palermo».
I problemi riguarderebbero alcune autorizzazioni già scadute: «Non abbiamo l’ufficialità, ma pare che si tratta di alcune autorizzazioni che occorreva aggiornare. Come risaputo, parliamo di un progetto che abbiamo ereditato dalla passata amministrazione», mette le mani avanti Fichera. Lo stop, se confermato, potrebbe aprire uno scenario nuovo, con il Comune impossibilitato a portare avanti il progetto ma per cause indipendenti dalla propria volontà: «È presto per immaginare come andrà a finire – ammette il responsabile dell’Ambiente –. Certo è che, se questo blocco scongiurasse la restituzione dei finanziamenti spesi in passato, per noi andrebbe bene».
E questo perché, nonostante le polemiche sulla presunta passività dell’attuale giunta nell’intervenire a modificare il destino della Timpa, la situazione lascerebbe pochi margini di manovra: «Non completare quel progetto ci metterebbe davanti al rischio di dover affrontare responsabilità di tipo amministrativo – aggiunge Fichera – e non vogliamo correre questo rischio, né per l’ente né per gli amministratori stessi che si troverebbero a rispondere del blocco di un progetto già iniziato dai nostri predecessori».
La disponibilità a rivedere l’opera, però, ci sarebbe: «Il nostro atteggiamento è assolutamente aperto – ribadisce l’assessore –. Non siamo affezionati a quel genere di barriera. Da parte sua lo stesso sindaco, nel corso dell’ultimo incontro avuto alla Regione, si è detto disponibile a effettuare un sopralluogo insieme a esperti per capire il reale stato delle cose». A maggior ragione dopo l’esposto che Legambiente ha fatto alla Procura per denunciare presunti inadempimenti burocratici: «La decisione di Legambiente di rivolgersi alla magistratura – ha dichiarato Fichera – ha aumentato la nostra attenzione sulla vicenda. C’è e ci sarà massima collaborazione. Anche per questo, svolgere un sopralluogo e fotografare i fondali potrà fare chiarezza sulla denuncia degli ambientalisti». Che hanno già diffuso, più volte, le foto dei rari basalti lavici che sarebbero intaccati dalla barriera.
E l’assessore ci tiene a fare chiarezza anche nei rapporti con gli attivisti che oggi si trovano contrapposti all’amministrazione, nonostante qualche anno fa i percorsi di Comune e Legambiente si fossero incrociati: «Nel 2009 – ha concluso l’assessore – i nostri uffici fecero propria la variante al progetto proposta da Legambiente, tuttavia la Regione non ne volle sapere e rigettò l’ipotesi».