The terminal, 14 indagati per gli appalti in aeroporto «Per la nuova hall 117 progetti ma nessuna gara»

Danni alle casse della Gesap Spa, la società che gestisce i servizi all’aeroporto di Punta Raisi, per unidici milioni di euro. Quattordici il numero degli indagati. Questo il bilancio dell’operazione denominata The terminal, coordinata dal procuratore Francesco Lo Voi, dagli aggiunti Leonardo Agueci, Dino Petralia e dal sostituto Luca Battinieri che ha messo in luce un sistema dedito al malaffare riguardante gli appalti per il restyling dell’aeroporto Falcone e Borsellino, affidati sempre alle stesse ditte.

È finito agli arresti domiciliari Carmelo Scelta, ex direttore generale della Gesap, licenziato nel marzo 2015 dalla nuova gestione dell’aeroporto. Altro provvedimento ha colpito un ex dirigente della società di gestione dell’aeroporto, Giuseppe Listro, responsabile unico del procedimento di molti appalti oggi dirigente della società Adr che gestisce l’aeroporto di Fiumicino. Anche per lui sono scattati gli arresti domiciliari. Invece divieto di dimora a Palermo per Giuseppe Giambanco, professore di Ingegneria dell’università di Palermo e che avrebbe nascosto il ruolo di amministratore unico della società di progettazione XW Industrial and Civil Structures Workshop Srl. E per mezzo di quest’ultima il professore-imprenditore avrebbe seguito la progettazione e diretto i lavori di l’ammodernamento della villa di Liistro che si trova in contrada Ruffini.

Un’ultima misura cautelare, ovvero il divieto di esercitare qualsiasi incarico all’interno di una società per il periodo di un anno, è stata emessa all’indirizzo di Stefano Flammini, imprenditore romano e amministratore unico della FG Tecnopolo con sede a Roma. L’indagine partita nel 2012 dopo la denuncia di uno dei progettisti della Gesap, licenziato e poi riassunto, ha messo in luce un sistema dedito al malaffare che sostanzialmente si basava su un duplice meccanismo. Il primo si attuava attraverso la frammentazione del progetto in modo da abbassare i costi tenendosi sempre sotto la soglia dei 40 mila euro. Un tetto quest’ultimo per il quale non è richiesta alcuna gara pubblica. Un modo per aggirare la normativa in tema di anticorruzione. È su questo fatto che nascono le contestazioni agli indagati di turbata libertà di scelta del contraente e di truffa aggravata ai danni dello Stato.

«Un esempio fra tutti – dichiara Rodolfo Ruperti, capo della squadra mobile di Palermo –  è la progettazione della hall arrivi di Punta Raisi che venne spacchettata in 117 progetti, poi affidati in via diretta». Il secondo riguardava la dissimulazione delle consulenze. «La Gesap – continua Ruperti – aveva le risorse interne per fare i progetti invece gli incarichi venivano dissimulati con l’assegnazione di consulenze esterne». Un’inchiesta destinata a proseguire e che ha visto l’utilizzo di diversi mezzi investigativi: dalla raccolta delle dichiarazioni dei progettisti e delle diverse persone informate all’acquisizione della documentazione amministrativa. Un’attività quella messa in campo dalla squadra Mobile – sezione Anticorruzione coadiuvata dalla polizia di frontiera che sono continuate anche in altre città italiane come Roma, Milano e Napoli, sede delle società beneficiarie di molti progetti.

«Per la prima volta – sottolinea il capo della Mobile Ruperti sono state effettuate perquisizioni e sequestri alle persone giuridiche (società beneficiarie) verso le quali possono essere mossi degli addebiti. L’obiettivo è il recupero in via diretta delle somme di denaro, pari al profitto dei reati commessi, che ammontano a circa 4 milioni di euro». Intanto da parte di Leoluca Orlando, nella doppia veste di sindaco di Palermo e della Città metropolitana di Palermo, arriva la notizia che sia il Comune, che l’ex Provincia, entrambi azionisti di Gesap, chiederanno di costituirsi parte civile nel procedimento a carico degli indagati.

Ambra Drago

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