Termini Imerese e Blutec, M5S: «Solita truffa» Petizione on line: «No a cimitero industriale»

«L’ennesima fregatura». Il Movimento Cinque Stelle bolla così le notizie sul rilancio dell’ex stabilimento Fiat di Termini Imerese. E nel giorno del vertice al Mise alla presenza del ministro Guidi che sembra aver riacceso le speranze delle tute blu torna a tuonare contro «le solite vuote parole che abbiamo già ascoltato quando in ballo c’era Grifa». Allora, dice il parlamentare siciliano Riccardo Nuti, «la fantomatica banca finanziatrice era sudamericana, adesso è europea. Ma alla fine sempre di un bluff si tratta».

Insomma per i pentastellati, che spiegano di aver già «segnalato queste vicende alla Guardia di finanza» si tratta del solito «triste copione». «Siamo di fronte all’ennesima fregatura – denunciano i deputati del M5S –. Una presa in giro per lavoratori e cittadini che aspettano un vero rilancio del sito ex-Fiat di Termini Imerese. Una vera e propria truffa di fronte alla quale non potremo non agire». Al tavolo romano i pentastellati non hanno preso parte. «Ci hanno vietato di partecipare» denuncia Nuti, spiegando che «in base all’accordo siglato alla fine del 2014 non potrebbe più essere erogata cassa integrazione, finora al ritmo di 700mila euro al mese, perché manca qualunque avanzamento nel piano di riconversione dello stabilimento». 

Insomma, nonostante le rassicurazioni di Blutec e del ministero per i grillini continuano nella vertenza infinita di Termini Imerese si continuano a inseguire «progetti industriali inesistenti e lo dimostra il fatto che la Regione siciliana ha già dirottato su altro i soldi destinati a Termini». Con un unico risultato: «Sprecare una montagna di danaro pubblico, senza creare un solo posto di lavoro».  

Intanto su on line su change.org il Movimento 5 Stelle di Termini Imerese con in testa i due portavoce al Consiglio comunale Manuela Sinatra e Luca Salemi hanno lanciato una petizione dal titolo inequivocabile: “Termini Imerese turistica, non cimitero industriale“. «Termini Imerese – si legge (https://www.change.org/p/petizione-termini-imerese-turistica-non-cimitero-industriale) – in questi anni, è stata travolta da una fortissima crisi economica e occupazionale dovuta, in gran parte, alla chiusura dello stabilimento Fiat e dell’indotto ad esso connesso. In passato Termini Imerese ha guardato all’area industriale, e alla Fiat in particolar modo, come unica fonte di sviluppo; il resto del territorio e delle sue preziose risorse avrebbe potuto, quindi, essere del tutto abbandonato».

Ma adesso, è la teoria dei pentastellati, gli stessi cittadini considerano chiusa l’epoca in cui il Lingotto e l’industria dell’auto erano le uniche risorse. «La crisi economica che ha investito il territorio ha portato con sé conseguenze devastanti: da anni, ormai, centinaia di persone si trovano in cassa integrazione, in attesa che avvenga quel rilancio industriale ed economico di cui tanto si è parlato ma del quale non c’è, ad oggi, alcuna traccia. Ciò ha indotto gran parte dei cittadini termitani a rivedere la propria idea di sviluppo economico legato al territorio, il quale non può più essere strettamente legato all’industria, che è ormai morta, dovendo necessariamente trarre linfa vitale dalle preziose risorse naturali e architettoniche che il territorio possiede: mare, litorale, beni culturali, terme». 


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