Sono pronti a scendere in piazza gli ex lavoratori dello stabilimento nel Palermitano abbandonato dalla Fiat se non otterranno segnali rassicuranti dal Governo e dal Mise. Il decreto sulla cassa integrazione, infatti, non è stato ancora emanato e l'azienda non ha anticipato le somme agli operai come concordato
Termini, Blutec non «rispetta accordi su cig» Sindacati: «Subito incontro o pronti a barricate»
Il futuro dello stabilimento di Termini Imerese è ancora incerto. A temere maggiormente sono i circa mille lavoratori per i quali la cig potrebbe essere a rischio. Le tute blu, in assenza di segnali rassicuranti da parte del Governo, minacciano nuove forme di protesta. Il progetto industriale di Blutec, la società del gruppo Metec/Stola disposta a costruire auto nell’ex fabbrica del Lingotto per il rilancio del polo industriale palermitano dopo l’addio di Fiat, è infatti fermo e stenta a decollare. Dopo l’incontro al ministero dello Sviluppo economico sullo stato di avanzamento e monitoraggio del progetto industriale, i lavoratori invocano certezze e chiedono «la convocazione urgente» di un incontro al Mise sul futuro di Termini.
Nel frattempo, è proprio il Mise a rassicurare i lavoratori affermando in una nota che il ministero «sta mantenendo gli impegni presi sul futuro dello stabilimento ex-Fiat di Termini Imerese nel corso dell’ultima riunione svoltasi il 29 settembre scorso. La ricapitalizzazione di Blutec – si legge ancora nella nota – è regolarmente avvenuta come conferma anche la delibera positiva sul piano di investimenti adottata da Invitalia. I ministeri dello Sviluppo economico e del Lavoro – conclude il Mise – si sono infine già attivati per accelerare le procedure finalizzate alla firma del decreto per la proroga della cassa integrazione che dovrebbe avvenire nei prossimi giorni». Affermazioni che, tuttavia, non fugano i dubbi dei sindacati pronti a tutti pur di assicurare il pagamento della cig come stabilito nei precedenti accordi.
«Non abbiamo notizie dell’avvenuta ricapitalizzazione di Blutec e dell’avvio del piano industriale – dice il segretario regionale della Fiom, Roberto Mastrosimone – Il decreto sulla cassa integrazione non è stato ancora emanato e Blutec non ha anticipato le somme agli operai come concordato. Sul rilancio del polo industriale non siamo disposti a perdere altro tempo. Bisogna dare garanzia al territorio e ai 1.050 operai ex Fiat e dell’indotto». Se Blutec non è in grado rispettare gli impegni, gli operai ex Fiat chiedono direttamente a Renzi e alla casa del Lingotto Fiat di trovare una soluzione. «Non possono essere i lavoratori a pagare – aggiunge – se la prossima settimana non sarà pubblicato il decreto che sblocca le somme per la cig né il ministero convocherà i sindacati – avverte il leader siciliano della Fiom -, chiederemo a Fim e Uilm di mettere in campo iniziative di lotta a garanzia di tutti gli operai».
Dello stesso avviso anche la Fim: «Blutec aveva garantito l’anticipo delle somme per la cig già ad ottobre in modo da non far attendere ai lavoratori i tempi burocratici per ottenere l’unico sostegno mensile – affermano Ludovico Guercio segretario Fim Cisl Palermo Trapani e Giovanni Scavuzzo componente di segreteria Fim -. Abbiamo appreso che questo impegno non verrà mantenuto dall’azienda: siamo preoccupati, chiediamo certezze e siamo stanchi di parole andate a vuoto. Gli impegni assunti al Mise davanti agli interlocutori, istituzioni e parti sociali, per noi sono fondamentali e non discutibili, ci auguriamo che presto si possa avere la certezza di un futuro di rilancio per Termini Imerese». Sabato dalle nove in piazza Verdi a Palermo, i lavoratori e la vertenza ex Fiat saranno al centro insieme ad altri temi, della mobilitazione di Cgil Cisl e Uil. Per Daniela De Luca segretario Cisl Palermo Trapani dopo l’ok di Invitalia al piano di Blutec per la componentistica «si attende un tavolo al Mise per definire i prossimi passi, ci auguriamo che si tratti di impegni non rinviabili a partire dalla ricapitalizzazione delle somme attese dalla banca svizzera. I lavoratori vogliono tempi certi sul rientro in fabbrica, sono stanchi di illusioni e di ritardi”.