«Abbiamo redatto un nuovo bando con scadenza 5 luglio: le Terme di Acireale, in particolare il complesso polifunzionale e l’hotel Excelsior, sono state messe all’asta. Questa volta c’è una buona possibilità che a rilevare i beni sia la Regione». Francesco Petralia, ex vicesindaco di Aci Catena e commissario liquidatore delle Terme insieme a Vincenza Mascali e Nino Oliva, lo dice a MeridioNews. Il complesso da anni si trova sull’orlo del fallimento, con gli stabili ipotecati e un debito di oltre dodici milioni di euro.
Oltre al Comune di Acireale e alla Sogip che vantano un credito di circa un milione e mezzo di euro, la fetta maggiore spetta a Unicredit. Anni fa l’istituto di credito aveva concesso un mutuo ipotecario sugli immobili, ma le rate non sono state pagate, determinando così un debito di nove milioni di euro, che con gli interessi è lievitato. A fronte di questo contenzioso, la banca prima si è rivolta a un giudice per chiedere il pignoramento di alcuni beni e successivamente ha ceduto il suo credito al fondo speculativo statunitense Cerberus. La Regione, intanto, rimane il socio unico delle Terme. Adesso paradossalmente potrebbe riacquistare gli immobili dopo averli ceduti nel 2009 a Terme spa, quando era stata avanzata la possibilità di privatizzare lo stabilimento tramite una società per azioni con un unico socio: la stessa Regione.
Dal 2016 a oggi i commissari in carica hanno prodotto gli ultimi bilanci e dialogato con i vari creditori. Fino ad aprile, quando si è arrivati alla creazione di un bando per mettere all’asta il complesso e hotel, entrambi di proprietà della Terme spa. Questo bando, scaduto lo scorso 19 giugno, però, è andato deserto. Ma, secondo Petralia, la questione rimane ancora aperta. A farsi avanti, infatti, sarebbe stata la Regione: «Il giorno della scadenza ci è arrivata una comunicazione interna da parte del governo regionale che manifestava la possibilità di rilevare i beni – dichiara -. Scenario che non si è concretizzato prima per delle questioni burocratiche». Dopo la comunicazione i commissari hanno riunito il consiglio d’amministrazione e redatto un nuovo bando, stavolta con scadenza 5 luglio e base d’asta di 13 milioni di euro.
Ma per il momento la nuova asta non ha pretendenti. «Non si è presentato nessuno – continua Petralia -, ma aspettiamo la Regione. Non escludiamo nemmeno che si presenti anche un altro compratore». Rimane, almeno per il momento, l’incognita su che cosa ne sarà delle Terme: un tempo fiore all’occhiello delle Aci, oggi oggetto di vandalismo e ruberie di ciò che è rimasto del patrimonio, per buona parte andato disperso. E in caso di seconda gara deserta? «A quel punto valuteremo», replica Petralia.
Nell’elenco delle scadenze va aggiunta anche la data del 26 luglio. Giorno entro cui l’eventuale compratore, come stabilito dal tribunale civile di Catania, dovrà ripagare i debiti. I tempi però stringono e le scadenze incombono. Nel caso in cui non si trovi un compratore c’è il rischio concreto di un fallimento. «Nonostante non sia in attività la società continua a produrre debiti – conclude Petralia -. Ecco perché non si potrebbe continuare l’impossibilità di chiudere la procedura di liquidazione».
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