La giudice ha scelto di mandare a processo l'ex componente della giunta di Enzo Bianco. La prima udienza è stata fissata per il 6 dicembre davanti la terza sezione penale del tribunale. L'imputato avrebbe chiesto a Gianluca Chirieleison di intercedere con il consigliere comunale Manlio Messina per lo sblocco dei pagamenti
Tentata concussione, a giudizio ex assessore Girlando Inchiesta su caso Simei e presunto abuso del suo ruolo
«Rinviato a giudizio». È questa la decisione della giudice per l’udienza preliminare Simona Ragazzi nell’inchiesta che vede sul banco degli imputati l’ex assessore al Bilancio del Comune di Catania, Giuseppe Girlando. L’avvocato e tecnico fino a ottobre 2016 della giunta guidata da Enzo Bianco è accusato dal magistrato Fabio Regolo di tentata concussione aggravata. L’ordinanza che dispone il giudizio è stata letta questo pomeriggio con il diretto interessato ancora una volta assente in aula. L’ultima udienza, prima di sciogliere la riserva, si era conclusa questa mattina con la decisione di Ragazzi di accogliere la richiesta dell’avvocato Gianluca Costantino di citare Palazzo degli elefanti come responsabile civile, rigettando di fatto la richiesta avanzata dall’avvocatura comunale di escluderlo. Nel procedimento come parti civili sono stati ammessi Gianluca Chirieleison e la moglie Maria Ferranti. Entrambi ai vertici dell’azienda Simei, ditta ormai dichiarata fallita che vanta nei confronti del Comune un credito milionario. In udienza comparirà anche la società attraverso il suo curatore fallimentare Gaetano Cocuzza.
Secondo la procura, Girlando, forte del suo ruolo di assessore, avrebbe abusato della sua posizione per convincere il direttore di Simei, Gianluca Chirieleison, a intercedere con il consigliere comunale d’opposizione Manlio Messina. L’esponente del partito Fratelli d’Italia non avrebbe dovuto «ostacolare l’approvazione da parte del Consiglio comunale della delibera di giunta sulla partecipata Sostare», così da dare il via libero alla transazione riguardante Simei ed evitando quindi il fallimento della stessa. Il faccia a faccia tra Girlando e Chirieleison era stato registrato durante un’intercettazione ambientale che ha messo nero su bianco alcuni dettagli chiave nell’inchiesta. L’evento, tuttavia, non si sarebbe verificato per «la resistenza della persona offesa» – da qui l’ipotesi di tentata concussione – che avrebbe subito «un danno patrimoniale di rilevante gravità consistito nell’ammontare della transazione non stipulata», pari a quasi quattro milioni di euro.
A inizio ottobre del 2016 erano arrivate anche le dimissioni dell’ex assessore, facendo saltare la possibilità di applicare la misura cautelare richiesta dall’accusa. Coincidenze? «Questo non lo posso sapere – rispondeva Chirieleison in un’intervista a MeridioNews – Non ho le prove, per natura non credo alle coincidenze». Secondo Carmelo Peluso, legale dell’ex assessore, «la condotta contestata non ha determinato in alcuna maniera danni alla Simei spa». La mancata definizione dell’accordo con l’azienda, secondo i difensori dell’ex componente della giunta, non sarebbe dipesa dall’allora assessore ma dalla «indisponibilità di Enel Sole», che in quel periodo lavorava con Simei, «a sottoscrivere l’accordo transattivo autorizzato dal collegio di difesa del Comune di Catania». La prima udienza del processo a carico di Girlando è stata fissata per il prossimo 6 dicembre davanti alla terza sezione del tribunale di Catania.