Tentata aggressione a un arbitro a Castel di Judica Un giocatore viene espulso e la gara viene sospesa

Un altro episodio di cronaca funesta le serie minori siciliane. Dopo gli incidenti e le aggressioni che lo scorso mese hanno caratterizzato il match tra Aci Bonaccorsi e Nisiana, il 2019 si apre con la gara sospesa ieri pomeriggio tra Castel di Judica e Pedara, valevole per il Girone E di seconda categoria. Si trattava di un testa coda, con i padroni di casa ultimi a quota quattro punti e gli ospiti secondi, all’inseguimento della capolista Atletico Santa Croce. La gara è stata interrotta nel secondo tempo, sul punteggio di 2-1 per il Pedara: il capitano della squadra di casa, Salvatore Palacino, è stato espulso dal giovane arbitro Alberto Tilaro di Enna. Questo ha fatto scattare il tentativo di aggressione, col fischietto che per sfuggire a conseguenze peggiori ha lasciato il campo, ponendo fine all’incontro.

Dalla società del Pedara arrivano alcune precisazioni in merito. «Si era creata una classica baruffa tra calciatori dopo un fallo che, successivamente, era stata sedata. A un certo punto – prosegue la descrizione – un giocatore ha ricevuto una ammonizione per protesta, ha proseguito e l’arbitro lo ha buttato fuori. Il giocatore ha reagito dandogli una manata. Il direttore di gara, impaurito, è stato inseguito da alcuni calciatori di casa e da persone entrate in campo da fuori. Abbiamo cercato di difenderlo – continua la versione dei fatti degli ospiti – e la situazione si è poi tranquillizzata».

L’arbitro, nonostante la minore età, stava tenendo bene in pugno la partita. «Era stato bravo – prosegue il dirigente della squadra ospite – a dirigere il match. Il ragazzo è poi uscito dallo spogliatoio, rassicurato anche dai dirigenti dell’altra squadra. Sono gesti poco nobili, nei confronti di un ragazzino e del calcio stesso». Episodi che rischiano, poi, di rovinare i sacrifici dei dirigenti. «Il loro presidente era distrutto – prosegue l’intervistato – perché dopo aver speso tempo e soldi e aver fatto tanti sacrifici, si vede messo spalle al muro per colpa di un paio di irresponsabili. Tutti i dirigenti del Castel di Judica erano profondamente dispiaciuti, si sono comportati bene».

Di tutt’altro tenore, però, le dichiarazioni provenienti dalla squadra di casa «L’arbitro non è stato colpito né con calci né con pugni – puntualizza Salvatore Agati, dirigente locale – e il nostro giocatore è stato espulso senza motivo. C’era stato qualche momento di tensione, in una partita dura, in cui le squadre si giocavano molto. Un nostro dirigente che faceva da guardalinee – prosegue Agati – si è sentito male e stava per lasciare il rettangolo di gioco. Il fischietto si è avvicinato a me, ribadendo come non fosse libero di allontanarsi. Il capitano Palacino – prosegue l’intervistato – ha cercato di entrare in contatto con l’arbitro ma è stato prontamente bloccato. Il direttore di gara era assolutamente inadeguato. Col Pedara siamo usciti dal campo assieme, in tutta tranquillità. Vedere riportate notizie false ci ha fatto male».

In attesa del referto dell’arbitro e delle sanzioni del giudice sportivo, l’episodio è stato evidenziato e condannato anche dal deputato all’Ars Anthony Barbagallo, pedarese ed ex assessore allo Sport della Regione siciliana. Emblematico l’intervento, pubblicato sulla sua pagina Facebook. «Oggi (ieri per chi legge, ndr) a Castel di Iudica, nel corso di una partita di seconda categoria, l’ennesimo caso di aggressione ad un arbitro, per giunta minorenne, con tanto di calci e pugni. Credo sia giunto il momento di fermarci. Fermarci tutti – ribadisce Barbagallo – come ha fatto la Regione Lazio lo scorso novembre. I vertici regionali dello sport, della Lega Calcio e dell’associazione italiana arbitri, facciano la loro parte. Lo sport più bello del mondo, giorno dopo giorno, sta perdendo sempre di più valori e credibilità».


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