«Il nostro giornale non si ferma davanti a nulla». Pino Maniaci lo aveva detto poche ore dopo aver scoperto che due dei suoi cani erano stati avvelenati e impiccati davanti la redazione di Telejato, a Partinico, e lo ha ribadito oggi durante la visita del vicepresidente della commissione antimafia Claudio Fava. A mostragli vicinanza e solidarietà anche molti dei sindaci dei Comuni della zona, il vicepresidente dell’ordine nazionale dei giornalisti Santino Franchina e il conduttore e autore televisivo Pierfrancesco Diliberto, meglio noto come Pif. La spiegazione del nuovo atto intimidatorio, secondo Maniaci, è da trovare nelle inchieste del suo gruppo di giornalisti. Dallo spaccio di droga e alcool tra i giovani di Partinico alla gestione dei beni confiscati alla mafia nella Sicilia occidentale.
Fava, che ha avuto anche un colloquio privato con Pino Maniaci, ha spiegato come la commissione parlamentare abbia stilato una lista di oltre 400 giornalisti ritenuti in pericolo per il lavoro svolto. Molti in difficoltà già all’interno di redazioni nelle quali sono semplici collaboratori pagati a pezzo. «Si deve evitare che alcuni strumenti di diritto vengano usati contro i giornalisti», afferma il deputato riferendosi anche alle numerose querele provenienti dai proprietari della distilleria Bartolino dopo le inchieste sul presunto inquinamento della zona. E per questo, prosegue, è importante mostrare «solidarietà mettendoci la faccia». Pierfrancesco Diliberto, invece, ha puntato sulla necessità di coinvolgere i cittadini nella presa di coscienza di storie come quella del direttore di Telejato. «Se in Sicilia si sa cos’è la mafia, fuori è difficile farlo capire. Ma è importante che persone come Maniaci non vengano lasciate sole». Senza dimenticare la reazione «dei pezzi grossi dello Stato».
Mentre Pino Maniaci accompagna i presenti nel tour della sua Telejato, l’ospite d’onore è Cucciolo, l’ultimo dei cani del giornalista sopravvissuto a quanto accaduto la scorsa settimana. All’appuntamento hanno partecipato anche molti curiosi e abitanti della zona. Tutti stupiti sul motivo per il quale i due animali siano diventate vittime dell’intimidazione e come sia stato possibile uccidere Billi e Cherie senza che nessuno – nemmeno i frequentatori dell’ipermercato che si trova difronte la redazione – abbia notato nulla di strano.
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