Si restringe a due – secondo le deduzioni di questa rubrichetta – la rosa dei nomi papabili per la direzione del Teatro Stabile di Catania. Sempre che si risolva la questione al Teatro di Roma dove la battaglia tra destra e sinistra per il nome di Luca De Fusco è ancora in corso. Si cerca un condirettore di sinistra e gli altissimi artistici problemi sul tavolo sono (immaginiamo): ma si divideranno lo stipendio? Lo stipendio di De Fusco resterà intero e bisognerà aggiungerne un altro, di stipendio? E lo stipendio del condirettore sarà uguale, minore o maggiore dell’altro condirettore?
Intanto, altissimi vertici istituzionali (tipo i servizi segreti, ma più potenti) mi hanno fatto sapere che l’ipotesi lanciata da questa rubrichetta satirica (è bene specificarlo), ossia Onofrio Cutaia, catanese, allo Stabile di Catania, sarebbe una buona e bella e giusta soluzione. Essendo un manager si eliminerebbe, pare, la possibilità (remotissima eh, ma proprio remota remota) che mettendo un regista o un attore nel ruolo di direttore del teatro poi a quello/a/* gli/le/boh possa venire in mente di promuovere i tour dei propri spettacoli impipandosene di quelli degli altri. Ma, come ripeto, è proprio una possibilità remota remota, anzi neanche so come mi sia potuta passare per la testa una tale idea. Certo, Onofrio Cutaia sta al Maggio Fiorentino, è catanese e se n’è scappato da questa città di pazzi. Gli conviene tornare? Noi possiamo fare solo immoral suasion (non trattiamo l’articolo moral, non si vende). Onofrio torna, ‘stu tiatro aspetta atte’.
L’altro nome si può facilmente dedurre incrociando la tangente antani dell’equilibrio squilibrato in atto al Teatro di Roma dove l’asimmetria destra sinistra al due per cento della nomina prematurata di De Fusco impone una scribài con cofandina secondo l’articolo 12. In altri termini ci vogliono le storiche convergenze parallele. E le convergenze parallele (buoni rapporti con la sinistra e con la destra), in tempi woke antipatriarcali, imporrebbero una donna. Che ha un nome e un cognome: Valeria Contadino.
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