Incontro di chiusura, domani pomeriggio presso il teatro jolly (alle 17. 30), per lo stage promozionale sul corso di teatro dell'attore e regista palermitano claudio ambrosetti.
Teatro Jolly, incontro con Claudio Ambrosetti
Incontro di chiusura, domani pomeriggio presso il teatro Jolly (alle 17.30), per lo stage promozionale sul corso di teatro dell’attore e regista palermitano Claudio Ambrosetti.
Claudio AmbrosettiLo stage di domani conclude un percorso introduttivo e propedeutico in quattro incontri dove sono state affrontate diverse tematiche inerenti a recitazione e lettura.
Gli argomenti trattati sono stati: Sottotesto e improvvisazione, Lettura interpretata e movimento scenico, Reading e recitazione, e la lezione conclusiva di domani, nella quale avverrà una selezione per partecipare ai corsi organizzati in collaborazione con Cinemasud.
Così Claudio Ambrosetti sul teatro: “In una società massmediale come quella del ventunesimo secolo, il Teatro rimane l’ultimo approccio di comunicazione reale tra attore e pubblico per la sua irripetibilità e non riconducibilità a un fenomeno seriale.
Esiste una specificità teatrale? Nel XX secolo il grande schermo inferse un colpo al teatro quasi fino a soppiantarlo almeno dal punto di vista della popolarità. La capacità del cinema di proporsi come grande evento, la sua spettacolarità, durò a lungo finché la capillarità della televisione che si insinuava progressivamente tra le mura domestiche fini per sottrargli spazi e fette di pubblico significativi.
Claudio Ambrosetti e Patrizia d’Antona in “Il cavaliere bizzarro” nell’allestimento di Claudio Collovà (anni ’80).Il teatro continua lattore regista palermitano passò in secondo piano e la disputa tra cinema e televisione prese campo. Nonostante ciò, il teatro non morì né si può dire sia morto. Certo il pubblico degli spettacoli teatrali registrò un calo assai significativo, e chi non si rassegnò a cedere le armi, tutti quegli artisti dotati di un patrimonio di strumentazione legato alla forma artigianale del teatro si trovarono e si trovano a combattere una battaglia immane. Così il “Teatro Obbligatorio” diventa una metafora di un dovere di umanità a cui nessuno dovrebbe sottrarsi.”