Il primo appuntamento con le rappresentazioni e i concerti previsti nell'antico polo artistico catanese è stato annullato. A non essere presenti, secondo il sovrintendente del Teatro Bellini Roberto Grossi, sarebbero alcune certificazioni. L'assessore Orazio Licandro: «Serve più tempo»
Teatro greco romano, salta la prima della Norma «Manca l’agibilità, i progetti sono stati rigettati»
Sul sito del Teatro Massimo la prima dello spettacolo Norma, prevista per il 31 luglio al teatro greco-romano di Catania, è ancora in calendario. In realtà, però, l’opera non andrà in scena. Almeno non alla fine di questo mese. E così salta anche la terza delle rappresentazioni che avrebbero dovuto animare l’estate del monumento etneo e che invece si sono fatte in luoghi differenti. Così è stato per i Carmina Burana, il concerto di Gino Paoli e la Suite della Carmen, portati in scena nell’inedita cornice di piazza Università. «È successo che il sito non era pronto e non c’erano più i tempi tecnici per provare Norma», spiega Francesco Nicolosi, direttore artistico del teatro Massimo Bellini, che proponeva gli eventi in partnership con il Comune di Catania. «Il luogo di una rappresentazione va allestito sotto tutti gli aspetti – continua Nicolosi – Evidentemente non hanno fatto in tempo, e noi dovevamo iniziare al più tardi il 25 luglio a montare le scene».
In realtà la questione è un po’ più complessa. Perché per rendere il teatro greco-romano luogo di rappresentazioni teatrali è necessario ottenere delle autorizzazioni. In primo luogo quella di una commissione provinciale di vigilanza che ha il compito di autorizzare le location all’interno delle quali dovrebbero svolgersi gli spettacoli. «Il polo museale di cui fa parte il teatro greco-romano ha presentato due progetti per permettere lo svolgimento degli spettacoli – interviene Roberto Grossi, sovrintendente del teatro Bellini – Entrambi, però, sono stati rigettati per motivi tecnici. Quello è tutti gli effetti un museo, mentre per le rappresentazioni teatrali sono necessari una serie di adempimenti: questioni elettriche, uscite di sicurezza, postazioni per il palcoscenico, bagni…». Un elenco di opere da realizzare all’interno della struttura, senza le quali «non è possibile ottenere l’agibilità».
Per fare i lavori, com’è ovvio, serve che il piano di interventi venga vagliato e che ottenga il benestare da parte della commissione. Cosa che, fino a questo momento, non è avvenuta. «Si sta predisponendo un nuovo progetto – prosegue Grossi – Se tutto andrà bene, i lavori inizieranno ad agosto e per settembre sarà tutto in regola». Le date settembrine della Norma di Vincenzo Bellini (cioè 23, 25 e 27 settembre) allo stato attuale sono confermate. Ed è a quelle che prenderanno parte anche gli spettatori che avevano già acquistato i biglietti per la rappresentazione del 31 luglio. «Nei mesi scorsi si era chiesta una concessione permanente, molto gravosa in termini di lavori strutturali. Stavolta invece ne sarà richiesta una provvisoria, che necessita di meno interventi». La stazione appaltante sarà l’ente titolare del teatro greco-romano, vale a dire il polo museale della Regione Sicilia. Diretto, dall’inizio di luglio, dall’archeologa ed ex commissaria della provincia di Catania Maria Costanza Lentini. «Stiamo lavorando, abbiamo già contattato la commissione», commenta lei.
Il ritardo, però, ha fatto saltare i piani che erano già stati fatti, «con un conseguente danno economico non indifferente per il teatro Bellini – aggiunge il sovrintendente – Abbiamo dovuto cambiare i nostri progetti, montare e smontare il palco in piazza Università, portare i bagni chimici e adeguare l’impianto elettrico. Ce l’abbiamo fatta, piazza Università era splendida, ma è stato difficile. Solo grazie all’estrema professionalità del personale del teatro siamo andati avanti senza intoppi». «Non vogliamo che il teatro greco romano di Catania diventi la sede di spettacoli una tantum – aggiunge l’assessore alla Cultura Orazio Licandro – Vorremmo trasformarlo in uno spazio permanente. Ma se vogliamo, e lo vogliamo, un teatro da 1250 posti dobbiamo anche accettare che serva del tempo per fare degli interventi».