La procura di Catania ha notificato il provvedimento di chiusura delle indagini a 19 persone e sei società. Così il primario del Policlinico di Catania, 60 anni, è tornato in libertà. Si trovava ai domiciliari dal 25 febbraio nell'ambito del blitz Calepino
Tangenti sanità, il professor Morgia torna in libertà Chiuse indagini sul bando da 55 milioni per Urologia
Sono tornati in libertà il professore Giuseppe Morgia, di 60 anni, primario di Urologia del Policlinico di Catania, e Massimiliano Tirri, 51 anni, agente della C. Bua srl di Bagheria (Palermo) che tratta la fornitura all’ingrosso di prodotti medicali. Erano agli arresti domiciliari dallo scorso 25 febbraio nell’ambito dell’inchiesta Calepino della procura di Catania su un appalto da 55,4 milioni di euro bandito dall’azienda Policlinico-Vittorio Emanuele. Il provvedimento del gip, che ipotizza, a vario titolo, i reati di turbata libertà degli incanti e corruzione era stato eseguito dalla guardia di finanza.
Le scarcerazioni sono state disposte dal giudice Stefano Montoneri che ha valutato venute meno le esigenze cautelari accogliendo le richieste dei difensori: gli avvocati Carmelo Peluso e Maria Licata per Morgia e Tommaso Tamburino per Tirri. La procura aveva dato parere positivo per entrambi. Al centro delle indagini, avviate nel settembre del 2018 da militari delle fiamme gialle del nucleo di polizia economico finanziaria di Catania dopo denunce di ditte escluse, la gara del 17 luglio 2018 per «l’approvvigionamento triennale, con opzione di rinnovo semestrale, di dispositivi medici per urologia occorrenti alle aziende sanitarie, ospedaliere e universitarie del bacino della Sicilia Orientale, suddivisa in 209 lotti per complessivi 55.430.178 euro».
La procura di Catania ha chiuso le indagini e notificato l’avviso a 19 persone e a sei società. Tra gli indagati, oltre al professore Murgia, il suo collaboratore medico Sebastiano Diego Cimino, e i medici componenti la commissione tecnica: Tommaso Massimo Castelli, Francesco Curto e Pasquale Gianfranco La Rosa. Gli altri indagati sono rappresentanti, dipendenti o agenti delle sei società coinvolte: la C. Bua srl di Bagheria (Palermo), la Omega Pharma srl di Cantù (Como), la Tegea srl di San Giovanni in Persiceto (Bologna), la Innovamedica Spa di Cusago (Milano), la Farmaceutica Mev srl di Prato, e la Bio-Stilogit Pharmaceuticals di Bagno a Ripoli (Firenze).