«Talia chi pollici veddi ca’ aiu» Il Comune pensa al verde orfano

Io lo so che a molti era sfuggito. Questo avviso è apparso a pag. 38 de La Sicilia, domenica 25 settembre 2011. L’idea mi è sembrata subito rivoluzionaria. In buona sostanza, uno adotta una porzione di verde, tipo un’aiuola, una rotatoria, uno spartitraffico o un posacenere, gli mette dentro piante tropicali e fiori, gli dà un po’ d’acqua tutte le mattine, si preoccupa della manutenzione per tre anni, ed in cambio potrà apporre dei cartelli pubblicitari con il proprio nome o con quello della propria azienda, tipo Questa aiuola è gentilmente offerta dalla Macelleria Pappalardo & figli, carne equina su misura, dal 1956.

Appena si è diffusa la notizia, pare che la rotatoria di via del Rotolo sia stata subito adottata dai Fratelli Cristaldi che, dopo essersi impegnati verbalmente con l’amministrazione comunale, per farsi pubblicità, ci sono saliti di sopra con tutto il camion dei panini: e ora, nell’attesa che le patatine raggiungano il punto di cottura, i clienti possono girarci attorno con lo scooter.

Rimane, però, ancora libera l’aiuola sotto gli archi della Marina, peraltro dotata di un ottimo punto espositivo. Chi fosse interessato, tuttavia, oltre a curare il verde, si deve calare nello stato di famiglia anche i cani randagi che ci abitano da tre anni. Non sono cattivi, ma mangiano quanto Galeazzi.

E così, un pezzo alla volta, adozione dopo adozione, rotatoria dopo rotatoria, aiuola dopo aiuola, spartitraffico dopo spartitraffico, posacenere dopo posacenere, il verde di Catania verrà curato senza dispendio di soldi pubblici.

Certo, poi bisognerà pensare ad adottare anche tutto il resto della città. Ed allora, i lampioni di Corso Italia li attaccheranno al contatore di Gigi Tropea, la Tarsu sarà notificata sui tovaglioli di Savia, i serbatoi delle macchine dei vigili urbani saranno riempiti con il tamarindo di Giammona.

Fino a quando, un giorno, non molto lontano, credo, anzi lo sento, arriveremo ad adottare anche il Sindaco, tutto d’un pezzo, sano. Che non servirà più. E finalmente, su quella poltrona, metteremo a sedere uno a caso, tipo Marco Predolin. In carne e ossa.

Facevo tutte queste riflessioni stamattina, mentre ero in coda nella nuova via Vittorio Emanuele: una notte di settembre ho posteggiato e l’indomani mi sono trovato nel senso opposto. Avrei anche potuto adottare uno scooter per arrivare prima in piazza Alcalà, ma il nuovo piano viario ha assorbito le mie intuizioni. Breve inciso: si potrebbe cambiare anche il senso di marcia della via di Sangiuliano, trasformando la salita in discesa; così a Sant’Agata avremo la “calata di Sangiuliano” e il fercolo ce lo andremo a riprendere a San Giovanni Li Cuti alle 5 di mattina.

Tutto questo, a Catania, in un giorno qualunque. Poi, mi è capitato di fermarmi e di notare una gallina che si era smarrita, in pieno centro storico. Sollevato, ho smesso di dare un senso alle mie domande e mi sono sentito meno solo.

[Post e foto di Mattia Serpotta]


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