E' l'unica catanese nelle liste del Movimento 5 stelle per le elezioni di domenica. Simona Suriano, avvocato, 35 anni, è stata la più votata in Sicilia nelle primarie online. Ha fatto parte per un anno dello staff del gruppo parlamentare all'Assemblea regionale, «ma non credo che questa esperienza mi abbia dato particolare visibilità, conta di più il mio curriculum, fatto di studi internazionali», sostiene. Per il rilancio della Sicilia punta sulla tutela dei prodotti tipici e sul turismo agroalimentare
Suriano candidata alle Europee del M5s «La Sicilia è l’isola infelice dell’Unione»
Avvocato, 35 anni, Simona Suriano lavora da circa un anno nello staff del Movimento 5 stelle all’Assemblea regionale siciliana. «In particolare faccio parte dello staff legale, sono dipendente del gruppo parlamentare. Ho un master in Relazioni internazionali, sono mamma da tre mesi e dal 2007 sono attivista degli Amici di Beppe Grillo di Catania, i Grilli dell’Etna», spiega la candidata alle prossime elezioni europee del 25 maggio, unica catanese nella Circoscrizione Isole.
Dopo tanti anni all’interno del Movimento ha deciso di candidarsi. Perché questa scelta?
Dentro al M5s, ho lavorato senza volermi esporre in prima persona, lo faccio ora perché lo ritengo utile: grazie ai miei studi di Diritto internazionale, ho ritenuto di poter dare un contributo, so come funzionano le istituzioni europee.
Nella scelta ha inciso anche l’esperienza nello staff del gruppo parlamentare?
Sì. Anche se il parlamento europeo non è chiaramente uguale a quello regionale, penso che le mie esperienze possano essere un vantaggio, perché ho capito come funzionano i rapporti tra i politici e diversi gruppi. Chiaramente nel parlamento europeo, che ho visitato più volte, il funzionamento è completamente diverso. Per le regole né meglio né peggio, forse il parlamento europeo ha più burocrazia. All’Ars mi sono occupata un po’ di tutto, principalmente di sanità e malasanità.
E’ stata la più votata alla primarie online del M5s in Sicilia. Crede che il ruolo all’Ars abbia dato maggiore visibilità rispetto ad altri?
Credo poca, stavo sempre dentro l’ufficio alla Regione. Sono stata votata da cittadini di tutti i colori e schieramenti. Forse li ho convinti con il mio curriculum: ho fatto vari stage sul Diritto internazionale, sui rapporti con i Paesi in via sviluppo, il curriculum ha incentivato e portato le persone a votarmi, anche dalla Sardegna
I siciliani sentono molto distanti le istituzioni europee. Come fare per cambiare questo atteggiamento?
Ho sempre percepito la distanza dei cittadini con l’Europa. Ma dopo l’esperienza all’Ars, credo che per renderli partecipi, dal medico all’operaio, bisogna partire dalle loro iniziative, dal basso. Noi poi attueremo le proposte, incanalandole dentro il percorso parlamentare, dalla mozione fino al disegno di legge. I cittadini si entusiasmano quando possono fare la differenza.
Un aspetto in cui la Sicilia è in linea con lEuropa e uno in cui è indietro?
Siamo troppo lontani dal modo di intendere l’Europa, è come se fossimo un’isola infelice, non riusciamo a usare i fondi europei e il nostro modo di vivere è lontano da quello del resto del continente. Non per forza questo è un male, ma siamo ancora distanti da alcune cose positive, Come il rispetto del bene pubblico. Noi siciliani non siamo ne abbiamo poco rispetto. Siamo diffidenti e chiusi verso le novità. La nostra cultura europea ci dà però anche la capacità di reagire di fronte alle ingiustizie. E nonostante ciò, continuiamo a disertare le urne.
Fondi europei. Bruxelles è lunica sede decisionale dove è possibile spendere. Come fare in sede locale per spendere davvero le risorse assegnate? Dai parlamentari europei siciliani non sarebbe auspicabile unazione di controllo o supervisione?
La Sicilia ha un ufficio regionale a Bruxelles, ma nonostante ciò non siamo riusciti a intercettare i fondi sulla microelettronica. Per spenderli servono esperti in grado di interfacciarsi con le istituzioni europee. L’accesso ai fondi è caratterizzato da una burocrazia eccessiva, ma ci sono quelli che riescono a sfruttarli, come le province autonome di Trento e Bolzano. Noi invece restituiamo l’ottanta per cento.
Trasporti e infrastrutture. Abbiamo necessità di rientrare nei cosiddetti corridoi Core, i nodi considerati strategici dalla Ue. Come pensa di contribuire a centrare questo obiettivo? Che azioni metterai in pratica?
non ho seguito personalmente l’argomento. Ci sono fondi anche per le infrastrutture e dobbiamo intercettarli. Ma appunto, non avendo seguito la questione non so ancora tecnicamente come.
Qual è la battaglia che porterà avanti In Europa?
La tutela e lo sviluppo della agroalimentare, in Sicilia e Sardegna. Sono regioni piene di eccellenze, che vivono soprattutto di agricoltura. La stessa tutela va alle piccole e medie imprese legate al turismo agroalimentare: i prodotti di paesi extraeuropei vengono venduti a scapito dei nostri. Si deve privilegiare il consumo di prodotti locali.