«Non mi presto a un’iniziativa demagogica, confezionata a favore di taccuino e telecamere». Dopo lo stuolo di adesioni alla proposta di Ismaele La Vardera (Sud chiama Nord), presidente all’Assemblea regionale siciliana dell’intergruppo parlamentare sul controllo della diffusione delle sostanze stupefacenti nei giovani, arrivano anche le prime rinunce.
Ad aprire la pista è Luigi Sunseri, deputato del Movimento 5 stelle, che contesta: «Certamente, nell’immaginario collettivo, si imprime meglio e più a lungo il prelievo di un capello che un esposto alla Corte dei Conti per denunciare un danno erariale». Sunseri, che di recente ha lanciato l’allarme per la perdita di circa un miliardo di euro di fondi nazionali da parte della Regione, esprime disaccordo anzitutto sulle motivazioni alla base dell’iniziativa, quel «dare l’esempio» evocato in aula da La Vardera.
«L’esempio, se di questo si tratta, va dato ai cittadini con ben altre azioni – dice il pentastellato – Siamo stati eletti per provare a risollevare questa terra, per affrontarne le criticità, per denunciare un sistema marcio e corrotto, per trovare soluzioni ai problemi atavici: sprechi, nomine di amici, spartizioni di poltrone, società praticamente fallite, enti creati e gestiti per mera propaganda politica. La nostra credibilità non dipende da un test ma dal lavoro svolto quotidianamente».
«Se parliamo di droga e vogliamo essere credibili – continua Sunseri – dobbiamo dimostrarlo sul campo con l’informazione e la formazione, sviluppando piani di prevenzione nelle scuole e nei quartieri più degradati delle città e lavorando sinergicamente con tutte le forze impegnate nella lotta alla criminalità organizzata. Palermo, ad esempio, sta conoscendo una delle peggiori emergenze legate al consumo di crack, una potentissima droga sintetica, diffusa anche tra i giovanissimi, ai quali poco importa se noi politici ci sottoponiamo ad un test del capello». E in questo senso il deputato oggi sarà all’Ars per un incontro sul tema della legalizzazione della cannabis insieme a studenti, esperti, professori universitari e all’ex procuratore nazionale antimafia, Federico Cafiero De Raho.
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