Limpresa di trasporti di Angelo Ercolano è stata inserita nella white list, lelenco delle aziende non soggette a tentativi di infiltrazione mafiosa. «Come è possibile?», ha chiesto il deputato Claudio Fava, che ha presentato uninterrogazione al ministro dellInterno. «Non sono emersi precedenti o procedimenti ostativi ai sensi della normativa antimafia», risponde oggi la prefettura etnea
Sud trasporti, la prefettura risponde a Fava «Non ci sono provvedimenti antimafia»
La ditta Sud Trasporti Srl, di proprietà di Angelo Ercolano, cugino cugino dellergastolano Aldo Ercolano e nipote del defunto storico boss di Cosa Nostra a Catania, Pippo Ercolano è nella white list della prefettura di Catania. «Chi protegge la famiglia Ercolano?», ha chiesto pochi giorni fa sulla questione in una interrogazione al ministro dell’Interno l’onorevole Claudio Fava, componente della commissione antimafia. Ed oggi è arrivata la risposta della prefettura etnea: «In base alle previsioni di legge, i soggetti presenti nella white list sono sottoposti a verifiche periodiche costantemente aggiornate allo scopo di accertare la permanenza in capo ai medesimi dei requisiti che hanno dato luogo all’iscrizione originaria», precisa la prefettura di Catania su articoli di stampa sull’iscrizione della società
«L’iscrizione in parola – si spiega in una nota della prefettura – è preceduta da una specifica attività istruttoria con l’ausilio di acquisizioni informative ottenute tramite le forze di polizia, oltre che attraverso la verifica di dati desunti da archivi giudiziari. Nel caso della società Sud Trasporti Srl, tali risultanze hanno evidenziato solo la sussistenza di un provvedimento giudiziario di sequestro conservativo delle quote societarie appartenenti ai titolari dell’azienda per reati finanziari, con nomina di un custode giudiziario. Inoltre, a carico degli stessi amministratori – si osserva nel comunicato di Palazzo Minoriti – non sono emersi precedenti o procedimenti ostativi ai sensi della normativa antimafia, così come verificato tramite gli appositi organismi interforze operanti presso questa prefettura, al cui esame la pratica è stata sottoposta. Non si era di fronte, quindi, nel caso in specie di un sequestro per ragioni di mafia, ma di sequestro per motivi finanziari che è in contrasto con il diniego di iscrizione nella white list». «Il complesso delle attività istruttorie – conclude la nota della prefettura di Catania – si è quindi concluso con il rilascio di informative antimafia liberatorie nei confronti della società e con la conseguente iscrizione nella “White List”, attesa l’equipollenza del suddetto rilascio all’iscrizione medesima ai sensi delle direttive ministeriali in materia».