Strisce blu notturne, lo sfogo degli studenti universitari «Costa troppo, dobbiamo rinunciare anche a una birra»

«Quando la sera esci con cinque euro in tasca e con quasi la metà devi pagare il parcheggio, allora ti arrabbi». A cavalcare l’onda delle polemiche contro il pagamento delle strisce blu dalle 21 alle 3 di notte è Valentina, studentessa universitaria etnea. La misura introdotta dall’amministrazione sarà ritirata da giovedì, ma dopo le festività agatine il Comune ha annunciato una rimodulazione delle tariffe. Quindi, probabilmente, la sosta tornerà a pagamento anche di notte. La ragazza, come molti giovani della sua età, la sera è solita frequentare il centro storico cittadino insieme agli amici. «Prendiamo una birra insieme, facciamo due chiacchiere e già all’una di notte siamo ciascuno a casa propria», racconta la ragazza. Che sottolinea come la scelta di tenere un profilo basso derivi dalla volontà di divertirsi senza chiedere troppi soldi ai genitori. Tuttavia, «da quando per parcheggiare in centro bisogna pagare un ticket di due euro, siamo costretti a rinunciare a una birra di marca perché quasi la metà dei soldi che abbiamo li dobbiamo investire nella sosta dell’auto». E Valentina non è la sola a pensarla così.

Andrea, anche lui studente universitario, ritiene che pagare per un servizio erogato dal Comune sia giusto, ma «mi sembrerebbe più corretto proporzionare il costo del biglietto alla durata della sosta – propone -, perché magari io sto in giro solo poche ore, e magari aumentare i controlli nei confronti dei posteggiatori abusivi». Quest’ultima categoria, infatti, sembra che non si sia lasciata scoraggiare dalle nuove disposizioni, spostando il proprio business in aree della città non interessate dalle strisce blu. «Quando andiamo nella zona di viale Vittorio Veneto o della Stazione ci chiedono una vera e propria tassa», racconta Valentina. Che aggiunge: «Non si accontentano degli spicci che un ragazzo trova frugando nelle tasche, ma pretendono un pagamento, anche loro, di due euro, richiesti con relative minacce».

Il nuovo servizio di sosta serale a pagamento del Comune di Catania – gestito dalla società Sostare e attivo dalla fine del 2014 – ha già sollevato dubbi e polemiche da parte dei residenti e dei frequentatori del centro storico. Il risultato alla fine dei conti è che «in un modo o in un altro dobbiamo pagare per parcheggiare», conclude Valentina. Sul tema interviene anche un suo compagno di studi, Riccardo. «L’idea di pagare per il posteggio non mi dispiace, purché mi venga garantito che non mi devo trovare davanti un abusivo che cerca discussioni perché mi rifiuto di rivendergli il biglietto o – conclude il ragazzo – perché mi invita ad affidare direttamente a lui l’auto».


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«Un ventenne, che di solito non sguazza nell’oro, non può pagare due euro per parcheggiare l’auto». Al centro delle lamentele di alcuni giovani c’è la sosta a pagamento nel cuore della movida catanese, innovazione ritirata dall'amministrazione che però ha promesso di rimodulare a breve le tariffe. Una misura che non sembra avere scoraggiato gli abusivi che «si sono trasferiti in piazzole libere e a volte chiedono una tariffa fissa», raccontano alcuni ragazzi

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