Una sentenza storica quella emessa oggi dalla corte di cassazione sulla strage di ustica del 27 giugno 1980. Secondo i giudici, infatti, "è abbondantemente e congruamente motivata la tesi del missile". Nessuna esplosione interna dunque, come qualcuno ha voluto sostenere in tutti quersti anni in cui misteri e depistaggi l'hanno fatta da padroni.
Strage di Ustica causata da un missile: i parenti delle vittime vanno risarciti
Una sentenza storica quella emessa oggi dalla Corte di Cassazione sulla strage di Ustica del 27 giugno 1980. Secondo i giudici, infatti, “è abbondantemente e congruamente motivata la tesi del missile”. Nessuna esplosione interna dunque, come qualcuno ha voluto sostenere in tutti quersti anni in cui misteri e depistaggi l’hanno fatta da padroni.
Un’altra conferma, che quella notte, nei cielo del Mediterraneo,si stava combattendo una guerra. C’è chi per anni ha sostenuto che quel missile, che ha colpito l’areo civile ad Ustica, fosse in realtà destinato ad un mezzo sul quale volava Gheddafi.
E c’ è chi ha sostenuto (il giornalista Claudio Gatti, ad esempio, nel libro Il quinto scenario) che il Dc-9 Itavia fosse finito nella rotta di un caccia israeliano che avrebbe scambiato il velivolo italiano per un aereo francese carico di uranio per il dittatore iracheno Saddam.
Misteri su misteri. Ma i parenti delle vittime, oltre al danno hanno rischiato anche la beffa. Lo Stato italiano, infatti, si è opposto alla sentenza del 12 settembre 2011 del tribunale civile di Palermo, che aveva stabilito il risarcimento di 100 milioni di euro (piu’ interessi e oneri accessori) i parenti delle 81 vittime della strage.
Oggi la Cassazione ha invece ribadito che ne hanno diritto. A pagare dovranno essere, secondo il Tribunale di Palermo, i ministeri della Difesa e dei Trasporti, colpevoli di “omissioni e negligenze”, nonche’ dei depistaggi che furono intentati nell’inchiesta.
“Non c’e’ dubbio – scrivono i giudici – che le amministrazioni avessero l’obbligo di garantire la sicurezza dei voli e che l’evento stesso dimostra la violazione della norma cautelare”.