Strade provinciali, i sindaci incontrano il ministro Boccia «Leggi e progetti ci sono, servono soldi per aree interne»

Finalmente ci sono delle date. Sulle strade provinciali sp2 e sp4, dopo la mobilitazione dei sindaci e della cittadinanza che negli scorsi giorni ha chiesto di migliorare la tragica situazione della viabilità interna dell‘area metropolitana di Palermo, il cronoprogramma è definito: a marzo ci sarà l’inizio dei lavori sulla sp2, mentre sulla sp4 entro il 15 dicembre ci sarà la convocazione dei conferenza dei servizi. Nei successivi 15 giorni ci sarà l’acquisizione dei pareri di tutti gli enti coinvolti, per poi trasmettere il decreto alla Regione affinché questo venga finanziato. Verosimilmente per la sp4 i lavori potrebbero cominciare tra giugno e luglio 2020

Tutto ciò è emerso ieri nel corso di un incontro con il ministro degli Affari Regionali e delle autonomie Francesco Boccia, che ha scelto di visitare le zone interne della provincia proprio per conoscerne le criticità. Un’occasione propizia per provare a inchiodare alle proprie responsabilità il governo nazionale,a  distanza di quasi un anno dalla visita dell’ex ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli. A illustrare i progetti esecutivi è stato l’ingegnere Salvatore Pampalone, dirigente dell’area tecnica della città metropolitana. «Nel pomeriggio di ieri inoltre c’era stato un incontro presso all’assessorato alle Infrastrutture proprio sulla sp2 e la sp4 – ricorda il sindaco di Corleone Nicolò Nicolosi – Sono già disponibili quattro milioni di euro: per la prima fase ne occorrono oltre nove milioni, ma si è individuato già il percorso per ottenere gli altri cinque milioni aggiuntivi. Verranno effettuati tutti gli interventi necessari per mettere in sicurezza le due strade. Per poi renderle moderne e asfaltate ci vorranno altri dieci milioni di euro. Tuttavia i percorsi sono stati individuati. Rispetto alla biblicità dei tempi passati e ai timori della popolazione questa volta abbiamo date e dati concreti».

L’incontro con il rappresentante del governo nazionale ha lasciato dunque abbastanza soddisfatti i sindaci del comprensorio: ne erano presenti circa una ventina, in un tripudio di fasce tricolori e di piccoli e grandi problemi da risolvere. «Chiaramente la nostra urgenza primaria è quella della viabilità e su questo il ministro Boccia, che si occupa di Affari Regionali e delle autonomie, ha poca competenza» dice il sindaco di Contessa Entellina Leonardo Spera, che era presente anche in qualità di rappresentante dell’Unione dei Comuni del Corleonese. «Comunque il tema è stato toccato, perché si tratta pur sempre di risorse che lo Stato deve destinare attraverso meccanismi come l’autonomia differenziata e il fondo di perequazione strutturale per il Sud, che non può bastare vista le nostre carenze infrastrutturale. A soffrire sono soprattutto le aree interne, al Sud come al Nord». 

A tal proposito Spera ha ricordato a Boccia che «la legge Realacci è rimasta al palo»: approvato due anni fa, il provvedimento sui piccoli borghi (fino a cinquemila abitanti), puntava alla rinascita di oltre 5500 Comuni attraverso una serie di servizi essenziali: dalle strade al recupero dei centri storici, dal collegamento alla banda ultralarga alla tutela dei prodotti a chilometri zero. Era stata definita anche una dotazione complessiva di 100 milioni in tre anni, soldi che però i piccoli borghi non hanno mai visto. «Lo spopolamento delle aree interne non si può arrestare se non applichi misure severe – ammonisce il primo cittadino di Contessa Entellina, che arriva appena a 1742 abitanti – Le misure previste dalla legge Realacci avrebbero consentito uno sviluppo sostenibile. Ma per attivare questo processo servono i soldi. La legge dunque già c’è, sarebbe un segnale importante se si riuscisse a recuperare queste somme». 

Tra gli spunti indicati da Spera c’è anche la nomina di un commissario per la viabilità, così come già suggerito anche dal Comune di Corleone. «L’anno scorso era stato promesso da Toninelli – dice ancora il sindaco -, poi non si è realizzato per via delle incomprensioni con la Regione Siciliana. Non avendo pienamente attivo l’ente intermedio, cioè la città metropolitana che non ha da tempo le piene funzioni, i servizi vanno comunque garantiti. I progetti per le strade ci sono ma non ci sono a quanto pare le risorse per portarli avanti. E allora un commissario straordinario può essere quell’anello di congiunzione tra enti locali, città metropolitana, regione e Stato, per accelerare le pratiche necessarie. L’uguaglianza si può ottenere solo se tratti problemi diversi in modo diverso».


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