E' convocata per domani alle 10 un'audizione della commissione Ambiente dell'Ars presieduta dal rappresentante del Movimento 5 stelle Giampiero Trizzino. Dopo aver affiancato il movimento No Muos, i grillini adesso concentrano l'attenzione sullo sfruttamento petrolifero nel canale di Sicilia. Durante l'incontro verranno sentite le associazioni ambientaliste Greenpeace, Wwf e Legambiente, oltre ad alcuni esperti del settore
«Stop alle trivelle nel canale di Sicilia» Dopo il Muos la nuova battaglia del M5s
Continua la battaglia ambientalista del Movimento 5 stelle nell’isola. Dopo essersi resi protagonisti di alcuni passaggi-chiave che hanno portato alla revoca dei permessi per la costruzione del Muos a Niscemi, i 15 grillini all’Assemblea regionale siciliana puntano al problema della trivellazione nel canale di Sicilia. Domani alle 10 il presidente della commissione ambiente Giampiero Trizzino ha convocato un’audizione pubblica che vedrà protagonisti anche le principali associazioni ambientaliste, oltre ad autorità ed esperti del settore.
«L’incontro – si legge nel comunicato stampa diffuso dal Movimento – fa seguito ad un appello lanciato da Greenpeace per cercare di salvare una delle aree più ricche di storia e di diversità biologiche del Mediterraneo». La campagna U mari nun si spirtusa ha raccolto nel corso dell’estate le firme di quasi 60mila cittadini siciliani e l’adesione formale di 49 sindaci della regione. Secondo l’associazione ambientalista, il rischio ecologico è gravissimo: «L’estrazione dell’oro nero porterà profitti solo alle compagnie petrolifere mentre rappresenta un rischio inaccettabile per l’ambiente, l’economia e il benessere delle comunità costiere – spiegano gli ambientalisti – Chiediamo agli amministratori locali, ai siciliani e a tutti i cittadini del mare di firmare l’appello contro le trivellazioni nel Canale di Sicilia, una delle zone più ricche di biodiversità del Mediterraneo». In pericolo diverse specie (tonno rosso, pesce spada, alici, acciughe, sardine, nasello,triglia e varie specie di gamberi) e quindi il settore della pesca. Ma anche un altro comparto trainante, quello turistico delle zone al largo delle isole Egadi, nel tratto di costa tra Sciacca e Gela e nel mare di Pozzallo.
Assieme a Wwf e Legambiente, i rappresentanti di Greenpeace si rivolgono all’Ars per ridefinire gli ampi margini lasciati alle aziende petrolifere: «E importante creare un fronte comune contro questa minaccia e rilanciare una discussione pubblica e informata sui temi dellenergia, del cambiamento climatico e della protezione del mare».
[Foto di payhere]