Statuto, Senato spaccato

Il comunicato “Ai docenti, al personale tecnico-amministrativo, agli studenti dell’Università di Catania” fatto inoltrare dal Rettore Antonino Recca attraverso l’ufficio comunicazione dell’Ateneo alle ore 17:48 di lunedì sera non dà conto dell’acceso dibattito e della spaccatura senza precedenti apertasi in Senato accademico in merito alla nomina della Commisione Statuto.

Sulla base di alcuni documenti approvati nelle rispettive strutture, nei quali si auspicava un più ampio coinvolgimento della comunità accademica nella fase “costituente” legata alla riforma dello Statuto, alcuni presidi hanno criticato l’iniziativa del rettore di presentare al voto una lista “blindata”, solo formalmente rappresentativa delle dodici facoltà dell’ateneo perché scelta senza nessuna preventiva consultazione.

Al termine del dibattito, hanno votato contro quattro presidi di facoltà: i professori Giuseppe Barone di Scienze politiche, Carmelo Buttà di Economia, Vincenzo Di Cataldo di Giurisprudenza e Nunzio Famoso di Lingue. La deliberazione presa “a maggioranza”, così come indicato nel comunicato del rettore, ha visto in totale dieci voti contrari. Incerta l’intenzione di voto di un undicesimo senatore, il professor Simon Villani di Scienze della Formazione, che avrebbe espresso il proprio voto in ritardo. La deliberazione è passata col voto della maggior parte dei rappresentanti studenteschi. Un solo delegato studentesco ha votato contro.

L’esito della deliberazione del Senato accademico è ancora incerto sul piano della correttezza procedurale. Nel corso della riunione, è stata infatti sollevata una questione di legittimità della procedura adottata. A giudizio di alcuni dei giuristi presenti. la presentazione di una lista di soli 6 nomi, senza una rosa di proposte alternative, è contraria al vigente Regolamento.

All’art.8 del Regolamento si legge che, in caso di designazioni, occorre sempre procedere presentando una terna di candidati: “La votazione per le designazioni ha luogo in base al sistema del voto limitato a non più di un terzo dei nominativi da designare”. Tutto da rifare?


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