Cultura e spettacoli

La prima statua di Pippo Fava nel paese dove è nato: «Seduto di fronte alla scuola per incuriosire i giovani»

Seduto su una panchina, con le gambe accavallate, intento a scrivere sul suo taccuino. Così, sotto forma di statua, Pippo Fava potrebbe tornare ad abitare Palazzolo Acreide. Il paese in provincia di Siracusa dove è nato e cresciuto ma che, per troppo tempo, lo aveva dimenticato. L’arte di ricordare è il titolo del progetto partito da un gruppo di cittadini che lo ha proposto al coordinamento e alla fondazione Giuseppe Fava. «L’idea è quella di ricordarlo senza celebrarlo – commenta a MeridioNews la vicepresidente della fondazione Francesca Andreozzi che di Pippo Fava era anche nipote – con un’opera che sottolinei la sua semplicità e la sua capacità di tenere insieme la dimensione di uomo e quella di intellettuale».

Almeno finché, la sera del 5 gennaio del 1984, il giornalista non viene ucciso dalla mafia con cinque colpi di pistola esplosi in una via del quartiere Cibali di Catania che oggi porta il suo nome e cognome. Nell’anno in cui ricorrono il centenario della nascita e i quarant’anni dalla morte di Pippo Fava, l’obiettivo del progetto è di renderlo indimenticabile anche per le generazioni future. La prima statua di Pippo Fava, infatti, è pensata per essere installata davanti alla casa dove è cresciuto, in piazza Giovanni Nigro a Palazzolo Acreide, proprio di fronte al liceo Platone. «Ci piace l’idea che, anche tra altri cento anni – sottolinea la nipote – gli studenti e le studentesse, uscendo da scuola, possano riconoscerlo oppure chiedersi chi è quell’uomo seduto sulla panchina che li guarda».

Il mandato dato ai cinque maestri scultori, del resto, era proprio per «una rappresentazione scultorea di Fava che induca a rivolgergli la parola più che a offrirgli corone di fiori». Un obiettivo centrato da Giuseppe Agnello che è stato scelto da una commissione creata ad hoc e composta da rappresentanti della famiglia Fava, della fondazione Fava e del Comune di Palazzolo Acreide, e da due professori dell’Accademia delle Belle Arti di Catania e Siracusa. «È un progetto a cui lavoriamo da circa due anni – spiega al nostro giornale Nello Gibilisco, uno dei soci del coordinamento Fava – Per realizzarlo, abbiamo deciso di lanciare una campagna per la raccolta fondi (qui il link alla piattaforma Laboriusa per le donazioni)». L’obiettivo è quello di raccogliere in ottanta giorni 15.860 euro, una parte della cifra totale (52.460 euro) che serve per la modellazione in argilla della statua. «È per noi il modo migliore – continua Gibilisco – per restituire a Pippo Fava un po’ dell’amore che lui ha provato e donato, come si evince anche da alcuni suoi scritti, a Palazzolo Acreide».

Marta Silvestre

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