Start up Academy, incubatore made in Unict La «chiamata alle armi» per gli studenti etnei

Lanciarsi nel mondo del lavoro, sfruttando le risorse messe a disposizione dalla propria università: è quanto si propone di realizzare l’Ateneo di Catania con Start up Academy, progetto avviato dal Capitt (Centro per l’aggiornamento professionale, l’innovazione e il trasferimento tecnologico) diretto da Rosario Faraci, presidente del corso di laurea in Economia aziendale e delegato al trasferimento tecnologico. L’iniziativa verrà presentata lunedì nella sede della Scuola superiore etnea e per la prima volta è aperta a tutti gli studenti catanesi. Sono sufficienti un’idea valida e un buon gruppo con il quale condividere un’esperienza che potrebbe portare oltre i risultati accademici.

A chi è rivolto il progetto?
«Start up Academy è un gioco a “fare nuova impresa” riservato a tutti gli studenti, dottorandi, specializzandi dell’università di Catania. È una sorta di chiamata generale alle armi, di tipo volontaristico, per quanti desiderano scommettere su stessi, provando a trasformare un’idea imprenditoriale in un progetto d’impresa e da qui in una start up vera e propria».

Quali sono le fasi?
«
La call for ideas scade il 25 febbraio. Entro quella data, chiunque abbia un’idea è sufficiente che trovi altri colleghi fino ad un massimo di cinque componenti, organizzi un team e presenti la propria candidatura a Start up Academy compilando l’apposita domanda di partecipazione e i relativi allegati disponibili sul sito del Capitt. Tentar non nuoce. Come altre virtuose esperienze insegnano, spesso una start up innovativa nasce proprio da un gioco, da un contest».

Le precedenti edizioni erano riservate agli studenti del dipartimento di Economia, ma quest’anno non sarà così.
«Il desiderio di mettersi in proprio non è una prerogativa esclusiva dei nostri studenti del dipartimento di Economia e impresa. Per tali motivi, un’esperienza molto coinvolgente, formativa ed entusiasmante quale i seminari professionalizzanti Start up Academy organizzati dal corso di laurea in Economia aziendale nel 2012 e 2013, sono adesso diventati un patrimonio di tutto l’Ateneo di Catania attraverso un progetto molto più articolato e strutturato che verrà svolto dal Capitt, in collaborazione con il Centro orientamento e formazione dell’Università unitamente alla Scuola superiore di Catania che ospiterà tutte le attività seminariali dal 7 marzo al 16 maggio».

In cosa consisteranno i seminari?
«Saranno in tutto dieci e affronteranno tematiche, a contenuto sia generalista che specialistico, inerenti la cultura d’impresa. In particolare, ai venti team ammessi a partecipare dopo la selezione successiva alla call for ideas saranno forniti le conoscenze e gli strumenti operativi per approntare un business project: tra questi, la swot analysis, il business model canvas e il revenue model».

Da quali figure verranno curati?
«Il ciclo di seminari è svolto in collaborazione con il gruppo giovani imprenditori di Confindustria Catania e con l’Unione giovani dottori commercialisti ed esperti contabili e vedrà anche la partecipazione di Italia Camp, del Project management institute e di alcuni importanti venture capitalists e incubatori italiani».

Dopo Start up Academy ci saranno Start cup Sicilia e il premio nazionale dell’Innovazione. In cosa consistono?
«Start Up Academy è la prima fase di un progetto più ampio ed ambizioso di animazione delle start up. I tre migliori progetti che il 22 maggio vinceranno il contest d’Ateneo saranno ammessi direttamente alla seconda fase di Start cup Sicilia, una iniziativa quasi analoga che interesserà i quattro atenei siciliani in una business plan competition che si svolgerà prima a livello di ogni singolo ateneo e poi a Palermo per la finale regionale. Come per Start up Academy, ci sarà una call for ideas dalla quale verranno selezionati una decina di progetti, compresi i tre vincitori di Start up Academy, che saranno assistiti per la redazione del business plan. Successivamente cinque progetti verranno inviati a Palermo per il contest finale e solo uno di loro sarà candidato da Catania al premio nazionale per l’Innovazione che annualmente si tiene sotto gli auspici del ministero dell’Università».

Fare “nuova impresa” attraverso l’università è possibile? Come? Quali sono gli strumenti a servizio degli studenti?
«Si può fare, anzi si deve fare. Le università, non solo a Catania, sono impegnate in tutte le fasi di accompagnamento di una start up al mercato con attività di animazione, di contaminazione, di incubazione e di accelerazione. Il nostro Ateneo è più fortemente impegnato nelle prime due tipologie di attività, nell’animazione con Start up Academy e con Start cup Sicilia; nella contaminazione con il Contamination lab, uno dei quattro lab sulle start up che a livello nazionale sono stati riconosciuti dal Ministero. Per quanto riguarda le attività di incubazione e di accelerazione, vi sono alcune esperienze virtuose nel territorio con le quali il nostro Ateneo è stabilmente collegato, non trascurando il fatto che il Capitt ha tra le proprie funzioni la promozione, l’incubazione e il monitoraggio di attività imprenditoriali generate sia dai docenti (spin off) che da studenti, dottorandi e specializzandi (start up)».

Quali sono stati i risultati che vi proponete con questa  iniziativa?
«Il progetto è appena iniziato, ci aspettiamo una forte mobilitazione degli studenti del nostro Ateneo. È un’occasione che viene loro offerta per mettere in mostra le proprie idee di business, un progetto imprenditoriale anche di massima, oppure ancora un’iniziativa di business o sociale che si intende portare avanti. È la prima volta che tutto ciò avviene in modo così strutturato e compiuto. L’obiettivo è accrescere il numero di start up giovanili nel nostro territorio. Ci conforta sapere che nel perseguire questo obiettivo comune non siamo soli. Penso alla esperienza del Working capital accelerator di Telecom Italia presente a Catania da luglio 2013 o al massivo programma di iniziative portate avanti dai giovani imprenditori».


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