Stanotte le designazioni dei direttori generali di Aziende sanitarie e ospedaliere?

A ventiquattr’ore dalle dimissioni del presidente della Regione, Raffaele Lombardo (ma si dimetterà?) e dal contestuale sciogliment0 anticipato dell’Assemblea regionale siciliana (com’è noto, se va a casa il capo della giunta, vanno a casa anche i 90 ‘califfi’ di Sala d’Ercole) scoppiano due ‘grane’: la ratifica delle nomine nella sanità da parte della prima commissione legislativa dell’Ars (delle quali abbiamo riferito in altra parte del giornale) e la legge di assestamento di bilancio. A quanto pare, in Aula, questa sera, sarebbero state verificate alcune irregolarità: da qui il rinvio del disegni di legge in commissione Bilancio e Finanze.

Sulla prima vicenda, come già scritto in altra parte del giornale, con molta probabilità, si dovrà pronunciare la commissione verifica di poteri dell’Ars. Sull’assestamento di bilancio dovrà tornare a lavorare la commissione Bilancio e Finanze presieduta da Riccardo Savona. Si tratta di una legge importante. Dentro, tra le altre cose, ci sono i provvedimenti per le isole minori (interventi per i trasporti via mare e per i dissalatori di Lipari e Ustica), i fondi per l’Ast 8Azienda siciliana trasporti e i soldi per pagare le retribuzioni fino al 31 dicembre ai circa 22 mila precari che prestano servizio nei Comuni. Per questi ultimi, la scorsa settimana, erano stati appostati 13 milioni di euro. Stando a indiscrezioni, sembra che lo stanziamento sarebbe insufficiente.

In questi convulso finale di legislatura è sparita la cosiddetta spending review. Avrebbero dovuto essere i provvedimenti di contenimento della spesa che il Governo Lombardo avrebbe voluto trasformare in penalizzazioni per il personale. A quanto pare, non se ne farà nulla.

Stasera – o stanotte – e forse anche domani prima delle dimissioni di Lombardo (ammesso che si dimetterà) si dovrebbe riunire la giunta. All’ordine del giorno ci dovrebbero essere altre nomine. L’Ars ha approvato la legge blocca-nomine. Il provvedimento non è stato impugnato dal commissario dello Stato. La legge, adesso, dovrebbe essere promulgata dal presidente della Regione. Cosa che, fino ad ora, Lombardo non ha fatto. Il capo della giunta, invece, ha fatto quello che la legge che dovrebbe essere pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Regione gli vieta: le nomine.

All’Ircac (Istituto per il credito alla cooperazione ha nominato Antonio Petino. un avvocato catanese di 39 anni (e non l’ex deputato regionale Giovanni Pezzino, come abbiamo scritto erroneamente nei giorni scorsi). Alla presidenza della Crias (Cassa regionale per il credito alle imprese artigiane) arriva l’ex parlamentare Ottavio Garofalo. Ai vertici del Cas, il Consorzio autostrade siciliane, va Nino Gazzarra, fedelissimo di Lombardo. Alla presidenza del Parco dei Nebrodi a Francesco Ingrillì. All’Istituto regionale della Vite e del vino, in qualità di componente del consiglio di amministrazione, va Francesco Ferreri, mentre alla presidenza, da circa sette giorni, c’è già Marcello Caruso. Concetta Torrisi è stata designata alla presidenza dell’Istituto per l’increment ippico.

Va precisato che, tutte queste nomine sono soggette allo spoil system. Ciò significa che non appena si insedierà il nuovo Governo regionale tutto verrà rimesso in discussione. Il nuovo capo dell’amministrazione potrebbe riconfermarli o revocargli la nomina. Intanto i nominati ‘accansano’ quattro-cinque mesi di diaria (in effetti la Regione siciliana, soprattutto in questo periodo, ha le ‘casse’ piene di soldi e se lo può permettere: tutta salute…).

Ma la vera partita Lombardo la giocherà sulla sanità. Come già accennato, il presidente ha già trasformato il direttori generali alcuni commissari straordinari. Ora la partita si sposta sugli altri direttori generali di Aziende sanitarie e ospedaliere il cui mandato scade il 31 agosto.

Le nomine – per una questione di correttezza istituzionale – spetterebbero al nuovo Governo che si dovrebbe insediare il prossimo ottobre (ammettendo sempre che Lombardo domani si dimetta e che quindi si vada al voto per eleggere il nuovo presidente della Regione e la nuova Assemblea regionale). Solo che Lombardo potrebbe tentare il colpaccio, scatenando un gran casino politico, istituzionale (e anche economico).

Con la legge sullo spoil system l’Ars ha provato anche a bloccare queste nomine, prorogando il mandato degli attuali direttori generali fino a dicembre di quest’anno. Ma Lombardo potrebbe sollevare il ‘caso’ e nominare lo stesso i nuovi direttori generali, forte del fatto che una legge non può bloccare le prerogative di un Governo nel pieno dei propri poteri. Si tratterebbe di un’evidente forzatura istituzionale e politica.

Ma se – si chiedono gli osservatori – il presidente della Regione ha nominato soggetti che il nuovo Governo potrà, tra quattro mesi, spedire a casa senza problemi, perché non dovrebbe provare a nominare i direttori generali di Aziende ospedaliere e sanitarie che, invece, sarebbe difficile mandare a casa? Ricordiamo che un direttore generale lavora con un contratto triennale. Se le eventuali nomine verranno ritenute legittime (ammesso che il Governo li nomini tra stanotte e domani), il futuro Governo potrà mandarli via pagandogli tutta l’indennità prevista dal contratto triennale (750 mila euro a testa).

Vediamo, adesso, che cosa potrebbe succedere nell’ ‘universo’ della sanità pubblica siciliana. Al Policlinico di Palermo c’è Mario La Rocca, considerato vicino al presidente dell’Ars, Francesco Cascio. Potrebbe essere riconfermato (in fondo Cascio, negli ultimi tempi, non ha ostacolato Lombardo: anzi).

Al ‘Civico’ di Palermo, come già detto in altra parte del giornale, Lombardo ha ‘trasformato’ Carmelo Pullara da commissario straordinario in direttore generale. Su Pullara pesa qulche ‘ombra’ sul suo curriculum; e bisogna capire, soprattutto, come finirà la storia del blitz in prima commissione (non è escluso che Cascio e Lombardo trovino un accordo).

All’Azienda ospedaliera Villa Sofia-Cervello’ di Palermo tutti danno in uscita l’attuale direttore generale, Salvatore Di Rosa. Tutti tranne noi. Per un motivo semplice: perché Di Rosa viene sempre dato in uscita ed è sempre lì: e secondo noi ci potrebbe restare, trattandosi di un grande ‘navigatore’.

In sicura uscita dalla Asp 6 è, invece, Salvatore Cirignotta che, non a caso, è stato spedito a Ragusa in qualità di commissario straordinario. Cirignotta, già vicino all’Udc, poi con Francesco Storace nel Lazio e poi a Palermo con Lombardo potrebbe diventare direttore generale a Ragusa. Mentre alla Asp 6 potrebbe arrivare Angelo Aliquò, un architetto esperto in sanità.

Al Policlinico di Catania c’è Armando Giacalone. Anche per lui, stessa musica: alcuni lo danno in uscita, altri riconfermato.

Tra Catania e Taormina orbita, invece, Francesco Poli, vero Richelieu della sanità pubblica siciliana. Anche se uomo potentissimo, questa volta potrebbe anche essere in uscita.

Sempre dalle parti di Catania (al ‘Garibaldi’) c’è Angelo Pellicanò,  considerato bravo (e considerato, soprattutto, vicino a Lombardo e all’assessore Massimo Russo).

Al Policlinico di Messina si dà per scontata la riconferma di Giuseppe Pecoraro (che potrebbe anche essere dirottato a Palermo), oggi vicino al capogruppo del Pd all’Ars, Antonello Cracolici.

A Trapani c’è Fabrizio De Nicola, vicino a Michele Cimino (Grande Sud), ma anche nelle grazie di Lombardo e Russo (mentre non sarebbe molto gradito ad ambienti vicini a Grande Sud trapanesi).

Riconferma, a quanto si racconta, per Paolo Cantaro a Caltanissetta (Cantaro sarebbe vicino alla parlametare nazionale del Pd, Anna Finocchiaro).

A Enna si parla di riconferma per l’ex parlamentare Nicola Baldari. Mentre a Siracusa si sa poco degli orientamenti del Governo Lombardo circa Franco Maniscalco.  

Foto sopra di palazzo d’Orleans, tratta da pti.regione.sicilia.it   

 


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