Durante il match con la Lazio, materiale pirotecnico arriva in campo dalle due curve. In due occasioni l'arbitro ha anche sospeso la gara per qualche minuto, ma la situazione è rimasta tesa
Stadio Barbera, bombe carta e fumogeni L’arbitro sospende la partita due volte
Doveva essere la gara che avrebbe potuto riportare il Palermo in corsa per la salvezza, ma il posticipo andato in scena al Barbera che ha visto opposte Palermo e Lazio ha mostrato tutto il brutto del calcio. Dopo gli scontri avvenuti tra gruppi di tifosi in via Libertà, infatti, anche parte del pubblico accorso allo stadio ha dato il peggio di sé. Il match non è cominciato nel migliore dei modi per i siciliani, con gli ospiti avanti di due reti grazie a una doppietta di Klose dopo appena un quarto d’ora. E dopo l’uno-due biancoceleste, è successo il finimondo.
«Se non vincete vi massacriamo», «Tirate fuori i co…», «Andate a lavorare» e «Giocate senza maglia» sono solo alcuni dei cori dedicati dalla curva Nord ai giocatori in campo, oltre alle solite cantilene contro Zamparini. Poi, si è passati dalle parole ai fatti: quattro bombe carta lanciate dal settore degli ultras e tre fumogeni arrivati in campo dalla curva Sud, tanto che l’arbitro Gervasoni nel primo tempo ha anche sospeso il match per un paio di minuti tra il 24′ e il 26′.
Durante l’intervallo, inoltre, nei settori superiore e inferiore della curva Nord si sono creati due grandi vuoti con due principi di incendio. I tifosi, o pseudo-tali, hanno raggiunto i cancelli che separano gli spalti dal campo provando a sfondarli a inizio ripresa. Non riuscendoci, altre bombe carta hanno raggiunto il terreno di gioco nel secondo tempo al 60′, costringendo il direttore di gara a una nuova sospensione, e invitando i capitani delle due squadre a colloquio a centrocampo per capire il da farsi. Il match è poi ripreso quattro minuti più tardi.
Tutto questo è avvenuto nonostante il comunicato di qualche giorno fa della Questura che invitava il pubblico a raggiungere l’impianto di viale del Fante con grande anticipo perché i controlli sarebbero stati severi.