Il teatro dovrebbe innanzitutto essere cultura. Credo almeno (anche se conosco attori e registi che fanno la o coi bicchieri quadrati). Così, a proposito della nomina del prossimo direttore del Teatro Stabile di Catania, ricevo una email in cui si parla di un’assemblea di artisti del territorio (già mi arrizzano le carni, «artisti del territorio» […]
Se l’elefante non entra allo Stabile di Catania, gli artisti del territorio provano a buttare fuori la politica
Il teatro dovrebbe innanzitutto essere cultura. Credo almeno (anche se conosco attori e registi che fanno la o coi bicchieri quadrati). Così, a proposito della nomina del prossimo direttore del Teatro Stabile di Catania, ricevo una email in cui si parla di un’assemblea di artisti del territorio (già mi arrizzano le carni, «artisti del territorio» è come dire «pomodoro di Pachino», «cipolla di Giarratana», «panino dde camio») che chiedono al(la) presidente del teatro Stabile Rita Gari Cinquegrana (vado in ordine sparso e a memoria): consegnare nomi e documenti relativi ai curricula inviati per partecipare alla selezione come direttore, consegnare nomi e curricula dei componenti della commissione giudicatrice, discutere innanzi all’assemblea medesima della scelta e del nome e delle motivazioni, confrontarsi periodicamente con gli artisti del territorio, istituire corsi di circo (giuro!). Ora, a parte il fatto che alla sala Verga gli elefanti non ci trasunu manco ad ammuttalli fotte fotte, qui mi pare di essere di fronte a un’assemblea del territorio (i brividi) che si vuole trasformare in un tribunale del popolo.
Ora, chi mi conosce lo sa, a me ripugna l’idea che l’arte e la cultura debbano in qualche modo essere soggette alla politica. Ma quattro cose le so: so per esempio che i teatri in mano alla politica esistono, so che viviamo in una democrazia rappresentativa, e che i soci dei teatri pubblici derivano a cascata dal vostro voto. Questa è la differenza tra democrazia rappresentativa e dittatura del popolo. Per cui non vedo proprio il motivo per il quale Rita Gari Cinquegrana dovrebbe anche lontanamente ascoltarvi. È anche stato pubblicato, di recente, un articolo da qualche parte, in cui si fanno ipotesi di uno scontro tra Manlio Messina e Enrico Trantino sul nuovo direttore e che la politica abbia fatto riunioni con Rita Gari. Fonti interne, ma interne interne, ma proprio internissime, ci rilasciano la seguente dichiarazione: «Non hama virutu nuddu! Siamo al fantapettegolezzo». La fonte interna dice la verità? Mente? Saranno piselletti suoi! Voi votate e i vostri rappresentanti eleggono i cda delle istituzioni controllate dalla politica. Volere scavalcare la democrazia rappresentativa è come impuntarsi picchì u liafanti a ttrasiri ndo Stabbile, di rittu o di stortu. E non mi pare una cosa di cuttura.