«Riqualificazione, liberazione (dal cemento) e tematizzazione». Erano le promesse dell’appalto per il rilancio delle tre spiagge libere di viale Kennedy, un progetto che ha beneficiato dei fondi della cosiddetta Democrazia partecipata. La «liberazione» c’è, la riqualificazione meno, la tematizzazione è non pervenuta. Voluto con insistenza dall’ex assessore ai Lavori pubblici Michele Giorgianni, il piano di eliminazione delle costruzioni in muratura è stato portato a termine. Con lavori assegnati in procedura negoziata, eseguiti dalla ditta Farel impianti srl di Agrigento e costati circa 141mila euro più Iva. Sono così spariti i piccoli eco mostri che punteggiavano queste porzioni di lungomare pubblico: quello più voluminoso si trovava alla spiaggia libera numero tre. Qui però finiscono i dati positivi.
La tematizzazione semplicemente non c’è. Dopo l’abbattimento delle costruzioni in cemento, le spiagge avrebbero dovuto essere attrezzate con delle precise caratterizzazioni a tema: la prima per gli sportivi, con campetti da beach volley, beach tennis, calcio, bocce e servizi per le discipline acquatiche; la seconda per le persone sensibili ai temi ambientali e culturali; la terza per le famiglie, con spazi per i bambini e barbecue. Nulla di tutto questo è stato effettivamente realizzato, e delle rispettive attrezzature non c’è traccia in nessuno dei tre lembi sabbiosi: acquistate con una somma tra i settemila e gli ottomila euro, giacciono in un magazzino del Comune. E, almeno per quest’anno, rimarranno lì.
«Lo stesso Fraggetta (il gestore delle spiagge libere, ndr) non ha tutta questa volontà di montarle – spiega l’assessore allo Sport Sergio Parisi – anche perché ormai siamo agli sgoccioli della stagione balneare. Per altro, sul piano dei permessi amministrativi, le spiagge due e tre, che sono competenza del Demanio, sono completamente in regola da poco, una settimana». Negli ultimi giorni, a sentire gli uffici, era circolata l’idea di ignorare la tematizzazione, immaginata in un primo tempo, e di montare le attrezzature sportive – in particolare i campetti – nella spiaggia uno e anche nella spiaggia tre, che doveva essere invece quella dedicata alle famiglie. «Anche i bambini giocano», scherzavano i dirigenti. Poi però l’amministrazione Pogliese, ed evidentemente anche il gestore, hanno deciso che fosse troppo tardi, e che non valesse la pena montare le strutture con i primi acquazzoni alle viste. Parisi segue la vicenda nelle vesti di sportivo e di assessore allo Sport. La delega al Mare è però nella mani di Fabio Cantarella.
Il viaggio di MeridioNews nelle tre spiagge libere parte dalla prima, la mattina del 14 agosto, a poche ore da falò, alcol e canzoncine. Siamo all’inizio del viale Kennedy, poco dopo gli scivoli acquatici. Non ci sono ancora i cumuli di spazzatura dell’«indomani» (che però non mancheranno, puntuali) ma, a dispetto dei divieti, il tendaggio è pratica diffusa, specie sulla staccionata che corre verso il mare, utile a fissare una facciata della tenda. Non si vedono controlli, di alcuna natura. Come era stato previsto nel piano originale, poco dopo il parcheggio sono stati piantati degli alberelli, irrigati da una tubazione nera. Alcuni filari, forse rimasti a secco, sono come carbonizzati dal sole. Il parcheggio costa due euro per ogni automobile, ma fuori dai piazzali ci sono anche parcheggiatori abusivi. Il bagnino occupa la sua torretta.
La stessa cosa accade alla seconda spiaggia, che si trova poco oltre il lido La Cucaracha. E anche qui appaiono delle tende, oltre ai già menzionati, immancabili parcheggiatori. Così come alla prima spiaggia, qualche muro in cemento e qualche piccola casupola suggeriscono che la liberazione dal cemento non è del tutto ultimata. A detta degli uffici, casette e pareti divisorie sono un lascito «precedente agli anni ’80», un’eredità delle cubature entusiastiche in voga in quel periodo storico.
Le foto della terza spiaggia risalgono invece al pomeriggio del 16 agosto. Si tratta di quella più distante dal centro – si trova appena dopo il Lido del carabiniere – e all’interno del parcheggio «legale», appeso a un palo, c’è ancora il cartello che reca i dettagli dell’appalto. Qui era presente una delle costruzioni più ampie, eliminata in primavera. A riva non c’è, però, alcun bagnino. La torretta, fornita dal Comune come i pannelli di legno che conducono sulla battigia, è sguarnita. «È così da questa mattina – raccontano alcuni bagnanti – oggi non c’è stato nessuno». «Manca solo oggi – puntualizza Giuseppe Fraggetta – perché ad agosto, purtroppo, non è facile trovare bagnini. Uno di loro si è licenziato e siamo improvvisamente rimasti senza. Ma solo per oggi, ripeto».
Avrebbe accoltellato un 19enne perché quest'ultimo ha offerto una sigaretta alla sua fidanzata. Un 16enne…
Incidente stradale sulla strada statale 188, all'altezza di Castronovo di Sicilia, nel Palermitano. Nello scontro…
Mettiamo in circolo le buone abitudini. Il riciclo delle bottiglie in Pet è fondamentale nella…
Nuovo furto con spaccata a Palermo. Stavolta a subire il furto è stato il locale…
Beni per tre milioni di euro sequestrati tra Pachino e Portopalo di Capo Passero. Ammonta…
«Altarello di Riposto, un disastro. Vedere piangere i miei genitori perché tutto ciò che si…