Tra i tanti appuntamenti in programma per mercoledì prossimo, a 26 anni dalla strage di Capaci, ce n’è uno d’eccezione. Quello in cui i protagonisti saranno i ragazzi della 1D dell’istituto di Brancaccio, che intoneranno un brano inedito dedicato agli agenti di scorta uccisi dalla mafia. La dirigente: «Angeli da prendere come esempio»
Sperone-Pertini, esibizioni degli alunni per il 23 maggio «La scuola crocevia di un futuro tutto da immaginare»
«Emozione e tanta felicità per il grandissimo onore conferito ai nostri studenti e studentesse». Sono piene di orgoglio le parole di Antonella Di Bartolo, dirigente scolastica dell’istituto comprensivo Sperone-Pertini. I suoi alunni della 1D canteranno dal vivo nell’aula bunker dell’Ucciardone in occasione del 26esimo anniversario della strage di Capaci, mercoledì 23 maggio. Il loro tributo sarà trasmesso durante la consueta diretta Rai dell’evento, in onda dalle 10 alle 13. I ragazzi intoneranno il brano inedito In questa città, realizzato da loro e dedicato agli uomini e alle donne della scorta, in sintonia col tema scelto per le iniziative commemorative di quest’anno. Il brano è accompagnato da un videoclip ed è in corsa per la selezione nazionale. «Ma già questa occasione per i ragazzi, le famiglie e noi tutti qui a scuola è una grandissima vittoria», continua la preside Di Bartolo.
«Il brano – spiega poi – è il frutto di un lungo e significativo percorso formativo di crescita e di sedimentazione dei valori di giustizia, legalità, senso dello Stato e delle istituzioni, compiuto negli anni da studenti e studentesse con il coinvolgimento di tutta la comunità scolastica ma anche del territorio». Un lavoro, quello condotto da questi ragazzi, incentrato proprio sull’impegno e il sacrificio degli uomini della scorta, protagonisti seppur nell’ombra dello Stato. Proprio come gli agenti Antonio Montinaro, Rocco Dicillo, Vito Schifani, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Claudio Traina, Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, animati da grande spirito di servizio e abnegazione, pienamente consapevoli del rischio che correvano, ma anche fieri di essere al fianco dei loro magistrati.
Sulla base di queste riflessioni, gli alunni dell’istituto Sperone-Pertini hanno inizialmente prodotto individualmente un elaborato in versi ispirato agli agenti uccisi nelle stragi di Capaci e via D’Amelio, ripercorrendone storie e ideali. La raccolta dei testi e la loro rielaborazione collettiva, seguita dalle docenti Federica Terranova e Paola Mangalaviti e dalla dirigente Di Bartolo, ha portato alla creazione di un testo unitario che ha tenuto conto delle sensibilità di ciascuno e delle diverse suggestioni. Infine, le parole degli alunni, sono state messe in musica grazie al contributo artistico dei musicisti palermitani Marco Raccuglia e Giovanni Parrinello, che si sono messi a disposizione di questo importante progetto.
Il videoclip mette in mostra una Palermo di allora, divisa tra il quotidiano contrasto alla mafia e l’insofferenza di chi non sopportava nemmeno le sirene delle auto di scorta. «Nel brano gli agenti di scorta sono angeli che osservano la città e, sorvolandola, la vegliano, a partire dal nostro istituto e da coloro che lo animano ogni giorno – racconta la dirigente – Angeli da prendere come esempio di vita e soprattutto simbolo di nuovi ideali a cui ispirarsi: onestà, lealtà,giustizia, legalità». L’istituto, con i suoi sette plessi e 1006 alunni, si trova nella periferia Sud della città, nei quartieri Brancaccio-Sperone. Un contesto impegnativo, lo stesso in cui ha operato padre don Pino Puglisi. «Un territorio con ‘diritti speciali’, dove le istituzioni sono chiamate ad avere “doveri speciali”. Partendo da questi presupposti innanzitutto etici, la scuola interpreta con passione il suo ruolo di agente di promozione umana, sociale e territoriale, consapevole dell’attenzione da dedicare nella formazione dei giovani che la frequentano».
«Nelle periferie, accanto a scenari di disagio multidimensionale ed emergenze di ogni tipo, ci sono spesso le energie migliori, c’è un desiderio di cambiamento e di riscatto che diventa un’urgenza sociale. Alla base delle dinamiche positive che hanno favorito la nascita di questo brano c’è l’idea di scuola come luogo di esperienze e di crescita collettiva, e anche il convincimento di come la bellezza sia un valore assoluto e, in contesti impegnativi, possa davvero operare cambiamenti profondi e significativi – conclude la dirigente Di Bartolo – La scuola viene così ad essere crocevia di relazioni, di dialoghi, di progetti per un futuro tutto da immaginare».